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In un post sulla propria pagina facebook Antonio Castorina, capogruppo PD al Consiglio comunale di Reggio Calabria, già rinnega la mozione sulla famiglia che lui stesso ha votato. Nella mozione, infatti, si legge testualmente che “il Consiglio comunale dichiara la propria opposizione a qualunque tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la stessa struttura della famiglia”. Tale posizione cozza inesorabilmente con le parole di Castorina il quale dichiara che si proseguirà ugualmente con “il percorso con la città per arrivare ad una discussione franca sulle Unioni Civili”. Il registro delle Unioni Civili, però, di fatto crea un modello parallelo alla “struttura della famiglia” alterandone inevitabilmente il ruolo etico e sociale della stessa già riconosciuto dalla Costituzione italiana all’art. 29 e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani all’art. 16. Un modello, quello delle Unioni Civili, che come più volte abbiamo ribadito è diseducativo per le giovani generazione in quanto offre un’aspettativa di precarietà e di irresponsabilità rispetto all’istituto del matrimonio. Ma soprattutto è un modello che a legislazione vigente resta illegale in quanto non rientra nelle competenze di qualsiasi amministrazione comunale. Di questo lo stesso Castorina sembra esserne consapevole in quanto lui stesso nel suo post scrive che “non saremo certo noi a negare diritti o peggio, prometterne di falsi rispetto alle competenze che ha il Comune di Reggio Calabria differentemente dal Parlamento che può legiferare in materia”. Nonostante, quindi, lo stesso Castorina ammetta che il Comune, attraverso il registro delle Unioni Civili, non può riconoscere falsi diritti, sembra non curarsene e voler far proseguire l’amministrazione comunale verso un progetto totalmente illegale e senza alcun valore giuridico, quindi totalmente ideologico indirizzato alla rottamazione della famiglia naturale. Insomma, a nemmeno 24 ore dall’approvazione della mozione sulla famiglia naturale dobbiamo segnalare e denunciare questa preoccupante e contraddittoria giravolta di uno dei maggiori esponenti della maggioranza. Ma come più volte ribadito insieme ad altre associazioni impegnate nella promozione della famiglia siamo pronti a scendere in piazza.
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