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Riceviamo e pubblichiamo:
Gent.ma Redazione,
chi scrive è un gruppo di lavoratori della tanto vituperata Multiservizi, società partecipata oggi in liquidazione, e, al fine di sgomberare immediatamente il campo da etichettature politiche, precisiamo di avere votato alle scorse elezioni comunali per entrambi i candidati a Sindaco, del centrodestra e del centrosinistra, in percentuale similare a quelle risultate dall’esito del confronto elettorale.
Il messaggio che vorremmo trasparisse da questa nostra nota è che non ci sentiamo in alcun modo rappresentati in misura analoga a quella delle nostre convinzioni politiche, e ciò in quanto attualmente nella nostra amata e complessa Città a latitare è proprio la Politica.
Sì, gentile Redazione, quella Politica che, in un momento di difficoltà eccezionale per Reggio, avrebbe dovuto farsi portatrice di serie ed articolate istanze volte ad impedire che un diritto sacrosanto e giustamente sancito dalla Nostra Costituzione, venisse ad essere messo, ancora una volta, in serio pericolo … il diritto al lavoro!
Sì, perché quello che chiediamo è semplicemente di essere messi nelle condizioni di poter lavorare. Non vogliamo misure di sostentamento che costituirebbero solo un effimero palliativo, posto sulle spalle già fin troppo cariche dei Contribuenti, senza, peraltro, che ne traggano alcun beneficio.
Chiediamo di poter continuare a prestare la nostra attività lavorativa che, nel momento in cui l’Amministrazione ci ha fornito i mezzi idonei a farlo (corrispondendo semplicemente una parte di quanto dovuto ai sensi di un contratto stipulato a seguito di un bando pubblico di gara) abbiamo dimostrato di saper fare alacremente e proficuamente.
Certo non siamo degli stupidi e siamo ben in grado di riconoscere che se la Multiservizi è in queste condizioni è a causa dei numerosi errori strategici posti in essere da tutte le componenti in gioco, dal socio privato, alla macchina comunale e non ultimi anche da alcuni operatori della Società, a tutti i livelli.
Tuttavia chiediamo, a gran voce, alla Politica di ergersi in piedi e di porre in essere tutte le azioni possibili volte a salvaguardare 270 famiglie, molte delle quali monoreddito, già con mutui a carico e con cessioni del quinto dello stipendio.
Ad onor del vero una parte politica ha prestato orecchio alle nostre preghiere e si è messa in gioco con la massima carica Regionale. Tuttavia il Governatore Scopelliti, al quale va il nostro incondizionato plauso per “averci messo la faccia”, non può e non deve essere l’unico ed ultimo baluardo a difesa di 270 famiglie di onesti lavoratori.
Ricordiamo bene che uno degli ultimi consigli comunali, per una delle rarissime volte nella storia del civico consesso reggino, si è espresso, all’unanimità, per la salvaguardia di TUTTI i livelli occupazionali.
Ed allora ci chiediamo dove sia l’altra parte politica, dove sia il Centrosinistra in questa difficile fase per la nostra città ed in particolar modo per i diritti dei cittadini che la politica dovrebbe difendere e tutelare?
Da mesi ormai non ci capita di vedere alcun serio spunto propositivo sul futuro di 270 famiglie di lavoratori della Multiservizi, così come, ad onor del vero, per i casi del Peo dei dipendenti comunali o per quelli dei nostri colleghi delle altre società miste.
Gli unici spunti, provenienti da rappresentanti del Centrosinistra reggino, che leggiamo sui media e sugli ormai onnipresenti social network, sono le lamentele per la spazzatura, per le buche, etc.
Ci si consenta tuttavia di far notare come uno schieramento politico che, in atto, ha la maggioranza dei parlamentari della Repubblica, dei ministri e sottosegretari e, soprattutto, esprime il Capo del Governo e, a volerla dire tutta, anche il Capo dello Stato, non possa limitare la propria voce a mere lamentele che sarebbero ben ascrivibili al compito di un consigliere di Circoscrizione.
Ed invece il Centrosinistra è, ancora una volta, avviluppato nelle proprie beghe interne, nell’intento di trovare il proprio candidato a Sindaco, senza accorgersi che così facendo sta perdendo già oggi il consenso elettorale che è alla base di una elezione…
Questo è il momento di schierarsi a fianco dei lavoratori onesti e magari, prendendo spunto dai loro leader nazionali, anche a fianco dei propri avversari politici nel porre in essere tutte le azioni volte a salvaguardare quei livelli occupazionali espressi, lo ribadiamo, all’unanimità. Italo Calvino affermò: “La vita è un insieme di avvenimenti, di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l’insieme”.
Questo è il momento delle proposte serie e concrete, non più dei semplici proclami.
Nello specifico noi riteniamo che l’unica soluzione, ad oggi, possibile sia quella di riaprire i termini per la presentazione delle proposte di trasformazione delle società miste ed in house, scaduto lo scorso novembre 2012, ai sensi della cosiddetta Spending Review.
La riapertura dei termini consentirebbe di rimediare ad un marchiano errore della Terna Commissariale, che, non sappiamo se colposamente o peggio con intenzionalità, ha trasmesso al Commissario di Governo per la Spending Review una “mera dichiarazione d’intenti” (così come si legge nella risposta inviata dal Governo alla Ternastessa ), non fornendo gli elementi indispensabili per l’approvazione del piano proposto, che, giova evidenziare, rispettava anche i termini di risparmio previsti dalla normativa.
Eventuali soluzioni, quali la ripresa degli ex LSU ed LPU nel bacino dei precari, etc. qualora praticabili, potrebbero solo costituire una estrema ratio nel momento del fallimento della Politica.
Sebbene i termini di tale fallimento siano ormai prossimi, noi crediamo che un Governo che vede al suo interno espressioni “alte” di entrambi gli schieramenti sia ben in grado di sospendere l’illogica azione della Terna Commissariale e proporre delle soluzioni reali, serie e concrete, al fine di salvaguardare TUTTI i livelli occupazionali, anche nel rispetto degli ineludibili risparmi di spesa richiesti.
Gli spazi ci sono ed i lavoratori sono pronti a giocare il proprio ruolo, consapevoli che potrebbero anche essere chiamati a fare anche sacrifici di carattere economico.
Timorosi per il nostro futuro, ma ancora speranzosi, La salutiamo cordialmente.
Un gruppo di onesti lavoratori della Multiservizi
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