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Al Presidente del Consiglio e ai ministri della salute, degli affari regionali e dell’economia e delle finanze – Per sapere – premesso che:
– il tavolo Massicci ha prorogato di ulteriori tre anni il piano di rientro della spesa sanitaria in Calabria, con la motivazione che il commissariamento non riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati entro la fine del corrente anno 2012, termine previsto per il suo epilogo;
– ferma restando a questo punto la necessità della proroga, che comunque all’interrogante appare eccessiva nella lunghezza prevista, è evidente, a fronte del permanere della pesante emergenza sanitaria regionale, la grave inefficienza evidenziata dalla gestione commissariale che, tra l’altro, ha visto anche più volte le dimissioni, poi sempre rientrate, di uno dei due sub commissari;
– d’altra parte la nomina di alcuni dirigenti del settore, privi di competenza nel merito, nonché l’attuazione di una minima parte del piano di rientro senza adeguati interventi programmatici utili a garantire la salute del cittadino calabrese, nonché i danni erariali che emergono nel settore a causa di indennità e compensi elargiti ai dipendenti senza alcuna valutazione di merito, evidenziano l’assoluta mancanza di responsabilità con la quale parte della politica calabrese continua a gestire il settore della sanità, all’interno del quale sono nate lobby affaristiche ed opportunità carrieristiche sanitarie – politiche, lasciando anche il campo ad interessi della ‘ndrangheta;
– una richiesta di parere indirizzata dall’interrogante al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai ministri interrogati nello scorso mese di gennaio 2012, tendeva, altresì, a denunciare la grave situazione, perdurata per mesi, creatasi al vertice della dirigenza dell’ASP di Reggio Calabria, voluta e mantenuta dalla pervicacia con la quale la Regionesi ostinava a non voler prendere atto dei vari interventi della Giustizia amministrativa e della Magistratura con i quali avrebbe dovuto essere reintegrato il direttore generale di quell’Azienda Sanitaria Provinciale, rimosso d’imperio in nome dello spoil system;
– dopo lunghi mesi e dopo l’ennesimo giudizio favorevole della Magistratura,la Regione Calabria è stata oggi costretta a riportare a capo dell’ASP di Reggio il dott. Renato Carullo;
– pur tuttavia, proprio a dimostrazione che la parte politica che oggi gestisce il commissariamento per l’emergenza sanitaria calabrese non ha a cuore la risoluzione delle grosse problematiche che stanno minando il diritto alla salute e alla cura dei cittadini, si sta premurando di far approvare una proposta di legge con la quale si intenderebbe riordinare il sistema sanitario regionale con una diversa configurazione degli ambiti organizzativi e territoriali delle Aziende sanitarie e ospedaliere regionali; il tutto per rimuovere alcuni degli attuali vertici delle odierne Aziende Sanitarie Provinciali;
– infatti, con tale provvedimento, in maniera disorganica e non sistematica, verrebbero creati dei nuovi organismi sovraziendali, chiamati aree, che conterrebbero aziende sanitarie ed ospedaliere riperimetrate nel territorio e nelle competenze amministrative;
– la profonda modifica del sistema sanitario regionale, già approvata ieri, a maggioranza, dalla terza commissione regionale, contrasta con quanto riportato dal piano di rientro sanitario oggetto di accordo stipulato il 17 dicembre 2009 trala Presidenzadel Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero della Salute e il Presidente pro tempore della Regione Calabria;
– tra l’altro,la Corte Costituzionale, con sentenza n. 131 del 2012, ha già recentemente dichiarato la illegittimità di una norma emanata dalla Regione Calabria in contrasto con il piano di rientro sanitario, che non può essere unilateralmente modificato dall’organo regionale, se non in violazione degli articoli 120 e 117 della Costituzione;
– tale modifica, oltre a configgere con le previsioni del citato piano di rientro andrebbe a vanificare quanto sino ad ora realizzato in attuazione di detto piano, non tenendo, tra l’altro, in alcuna considerazione la imminente riorganizzazione delle province calabresi, che potrebbe portare alla immediata obsolescenza della riforma sanitaria che questo consiglio regionale si propone di approvare;
– ed ancora, tale modifica unilaterale del piano di rientro inizierebbe a spiegare i propri effetti, causando l’impiego di ingenti risorse pubbliche necessarie per attuare la immediata estinzione e costituzione di nuove Aziende con trasferimento di competenza di risorse umane e presidi ospedalieri; risorse pubbliche che, viceversa, dovrebbero essere destinate alla salute dei cittadini calabresi;
– ad avviso dell’interrogante tutto quanto sopra premesso rende inaccettabile la gestione del commissariamento per l’emergenza sanitaria, nonché la sua proroga come recentemente definita al tavolo Massicci, da parte del potere politico, in particolare del Governatore regionale, il quale, tra l’altro, nel momento del suo insediamento a Presidente dell’attuale Giunta, ha trattenuto per sé la delega al settore della Salute:
– se non ritengano necessario ed urgente sottrarre alla politica e, quindi, al Governatore della Calabria, l’incarico di Commissario per l’emergenza sanitaria regionale.
on. Angela NAPOLI
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