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Ai ministri delle Infrastrutture e Trasporti, dello Sviluppo Economico, del Lavoro e Politiche sociali e al ministro dell’Interno – Per sapere – Premesso che:
– numerosi gli atti ispettivi, ultimo n. 2-01163 del 14 luglio 2011, presentati dall’interrogante sulla crisi del porto di Gioia Tauro e sulla conseguente vertenza apertasi; tutti gli atti sono rimasti privi di risposta dai rappresentanti del precedente Governo nazionale, nonostante i ripetuti solleciti in merito;
– dallo scorso 5 luglio 2011 è stata predisposta la copertura di ben 467 esuberi (pari al 45% della forza lavoro) con gli ammortizzatori sociali; a questi lavoratori in esubero si aggiungono 200 ex precari (sui 250 assunti con contratti a termine tra il 2007 e il 2009) che da diversi mesi hanno iniziato la battaglia legale per il reintegro sul posto di lavoro;
– il numero di esuberi è apparso alto, considerato che nei primi mesi del 2011, rispetto allo stesso periodo del 2010, la MCT, società monopolista del Porto di Gioia Tauro, aveva incrementato i propri flussi di traffico circa del 10%;
– a conclusione dei 12 mesi di ammortizzatori sociali, la MCT “verificherà se persistono le condizioni per un reintegro dei lavoratori in esubero”; non ci sarà, quindi, alcun obbligo al reintegro dei lavoratori oggi inseriti nella Cassa integrazione guadagni straordinari, peraltro, in assenza di piano di rilancio;
– l’interrogante ha più volte evidenziato nei precedenti atti di sindacato ispettivo la situazione monopolista della MCT la quale, nonostante la sua dichiarata diminuzione dell’attività di transchipment , continua a non concedere tratti di banchina necessari ad incentivare l’ingresso di nuove società; la Contship Italia ha convenienza a confermare la propria presenza su Gioia Tauro soltanto, allo stato, per mantenere inalterato il monopolio sulla banchina del posto;
– il tutto in un momento di profonda crisi ed in un territorio, così come all’interno dello Stesso porto di Gioia Tauro, la ‘ndrangheta mantiene la sua pervasività ed il suo controllo;
– è venuto meno quel tavolo nazionale che ha portato al Protocollo d’Intesa del 5 luglio 2011 e, quindi, l’adeguata sinergia utile a recuperare le potenzialità del Porto di Gioia Tauro;
– il conseguente clima di scontro sulla vertenza dei lavoratori del Porto di Gioia Tauro ha inasprito anche i rapporti tra alcune organizzazioni sindacali e si stanno registrando gravi episodi che portano ad un clima davvero teso e preoccupante e dove chiaramente gli “elementi inquinanti” rischiano di far da padroni:
– quali urgenti iniziative intendano assumere, per le parti di competenza, al fine di garantire l’attività e la funzionalità del Porto, ed anche la fonte occupazionale in un territorio che presenta il più alto tasso di disoccupazione nazionale.
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