Interrogazione dell’On. Marco Minniti sul Ponte sullo Stretto

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Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Al Ministro delle Infrastrutture 

 

Premesso che: 

nei giorni scorsi il Governo Monti aveva annunciato lo stop alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina perché “l’Italia non può permettersi questa infrastruttura”, un’opera il cui costo è stato stimato in non meno 8,5 miliardi di euro;

nello specifico, il Consiglio dei Ministri del 12 ottobre scorso, nella legge di stabilità, aveva inserito una norma secondo la quale “al fondo per lo sviluppo e la coesione” era stata assegnata “una dotazione finanziaria aggiuntiva di 300 milioni di euro per l’anno 2013 per far fronte agli oneri derivanti da transazioni relative alla realizzazione di opere pubbliche di interesse nazionale”. L’allegato tecnico precisava che si trattava in “particolare delle penalità contrattuali per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina”;

secondo un’autorevole fonte giornalistica (il Sole 24 ore del 31 ottobre 2012) , i collaboratori del ministro delle Infrastrutture Corrado Passera, avrebbero affermato che nella risoluzione dei contratti relativi alla grande opera non sussisteva alcun rischio di penale e che la questione sarebbe stata valutata attentamente dagli uffici giuridici del Ministero;

lo stesso Esecutivo ha diramato, il 31 ottobre 2012, una nota con cui ha deciso di “prorogare, per un periodo complessivo di circa due anni, i termini per l’approvazione del progetto definitivo del Ponte al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità”;

la proroga sembrerebbe destinata unicamente ad assicurare altri due anni di retribuzione ad amministratori, dirigenti e dipendenti della società Stretto di Messina Spa, le cui attività per studi di fattibilità, interventi preliminari, manutenzione, affitti di sedi e consulenze milionarie (basti pensare che nel 2005 solo per consulenze sono stati spesi 5,7 milioni di euro!) dal 1981 ad oggi hanno comportato un onere finanziario per lo Stato di 300 milioni di euro; a cui andranno aggiunti altri 300 milioni di euro per il pagamento di penali maturate tra opere realizzate e mancati guadagni per il consorzio di imprese Eurilink, guidato dalla Impregilo;

nello stesso tempo al consorzio Eurilink, contraente generale, è stato confermato, con la nota di cui sopra l’impegno “a realizzare le opere accessorie sul territorio a patto che presentino una funzionalità autonoma e siano già comprese nel progetto generale;

a luglio del 2011, la Commissione europea non aveva inserito il Ponte tra le opere prioritarie del periodo 2014-2020;  nel giugno scorso il Ministro delle Infrastrutture aveva confermato che l’opera non rientrava tra le priorità del Governo.

Per sapere

come mai nel giro di tre settimane il Governo ha cambiato radicalmente idea rispetto all’opera Ponte sullo Stretto con una decisione di proroga che confligge totalmente con i precedenti intendimenti dell’Esecutivo e inficia i principi della spending review nonché il modello di contenimento della spesa pubblica elaborato dall’Esecutivo tecnico;

se non ritenga opportuno procedere ad ulteriori verifiche rispetto ai pesanti oneri aggiuntivi che la decisione di proroga comporta per il bilancio dello stato e per un opera che la Ue ha cancellato dai suoi piani strategici e che per lo stesso Esecutivo non rappresenta una priorità strategica;

quale logica economica abbia ispirato la decisione di proroga per un’opera i cui costi, per stessa ammissione del Governo, sono insostenibili per il Paese;

il significato ed i contenuti specifici della conferma, da parte del Governo, al consorzio Eurilink dell’impegno “a realizzare le opere accessorie sul territorio a patto che presentino una funzionalità autonoma e siano già comprese nel progetto generale” e se tutto ciò non rischia di dare vita ad altre  incompiute che comporteranno danni ambientali sul territorio e ulteriori contenziosi e penali a carico dello Stato;

se non ritiene opportuno a 41 anni dal 17 dicembre 1971, data di approvazione da parte del governo Colombo, della legge n.1158, mettere la parola fine alla annosa e dispendiosa questione del Ponte sullo Stretto, procedendo allo scioglimento della Stretto di Messina S.p.A. e indirizzando le risorse immediatamente disponibili per questa via ad un più urgente e improcrastinabile Piano straordinario di ammodernamento delle infrastrutture viarie calabresi e siciliane.

On. Marco Minniti

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Author: Cristina

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