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Si è svolto ieri presso la Casa Circondariale di Palmi l’interrogatorio di garanzia di Roberto Crocitta, il consulente specializzato nell’ascolto e nella trascrizione di conversazioni telefoniche ed ambientali, arrestato alcuni giorni fa con l’accusa di aver favorito, in occasione della trascrizione di alcune intercettazioni ambientali, alcuni soggetti ritenuti organici alle famiglie Gallico, Pesce e Bellocco.
Alla presenza dei suoi legali di fiducia, i penalisti Antonino Napoli e Domenico Alvaro, e dei Pubblici Ministeri della Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, dottori Michele Prestipino e Giovanni Musarò, Roberto Crocitta ha risposto alle domande formulate dal GIP di Palmi, dottoressa Cristina Mazzuoccolo, che lo ha sentito in luogo di quello di Reggio Calabria che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Crocitta, “anche se provato dalla carcerazione”, riferisce l’avvocato Antonino Napoli – uno dei suoi legali – “si è protestato innocente affermando di aver agito, nell’espletamento degli incarichi ricevuti, con lealtà e nel rispetto delle regole senza avvantaggiare nessuno ma trascrivendo ciò che realmente ha ascoltato con gli strumenti tecnici a sua disposizione”. Il Crocitta “si è anche rammaricato dell’aggressione mediatica ricevuta in questi giorni che lo ha condannato senza alcun processo sposando acriticamente il principio della contiguità alla ‘ndrangheta della cd. Zona grigia”.
L’avvocato Antonino Napoli ha, altresì, riferito che “la difesa ha già contattato alcuni consulenti di chiara fama internazionale e con provata esperienza nel settore dell’ascolto e trascrizione delle intercettazioni a cui verranno sottoposti i tre colloqui contestati a Crocitta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria che saranno esaminati con attrezzature sofisticate ed un metodo d’ascolto scientifico”.
Non esiste in Italia, continua Napoli, un percorso formativo o un metodo scientifico universalmente riconosciuto e differenti, anche sotto il profilo qualitativo, sono gli strumenti tecnici adottati per l’ascolto ed il filtraggio dei file audio. Ne consegue che, a volte, l’analisi dello stesso ed identico materiale sonoro produce risultati trascrittivi differenti senza che vi sia per questo alcuna volontarietà da parte del perito o consulente di parte di avvantaggiare una o l’altra parte processuale”.
“Non esistono, conclude Napoli, criteri certi che indichino, in maniera univoca, le soglie di qualità del segnale captato che lo rendono idoneo all’ascolto ed alla trascrizione ed i relativi livelli di attendibilità e, pertanto, non è improbabile che si verifichino risultati contrastanti che devono essere valutati, nel contraddittorio delle parti, dal giudice”.
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