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La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali – Per sapere – premesso che:
– il porto di Gioia Tauro, nato nel 1994, ha rappresentato il più grande terminal per il transhipment del Mediterraneo; oggi e’ lo scalo italiano che ha la maggiore attività di transhipment, e’ il terzo porto in Europa nella classifica dei “porti contenitori” ed e’ il principale scalo commerciale marittimo dell’area metropolitana di Reggio Calabria;
– la gestione del porto di Gioia Tauro e’ stata sempre organizzata in un quadro di incertezze che non hanno mai garantito l’effettuazione della polifunzionalità dello stesso: ritardi nei finanziamenti, scarsa attenzione sulla rivalità nata da parte di altri porti italiani e mediterranei, lentezza nel completamento delle infrastrutture portuali, marginalità dell’obiettivo della polifunzionalita’, mancanza dell’ istituzione di una zona franca produttiva;
– la MCT, società terminalista che gestisce il porto di Gioia Tauro, concessionaria per ben 99 anni, dopo anni di successo, nel luglio del 2011, considerata la preoccupante crisi occupazionale che aveva investito lo scalo marittimo in questione, ha chiesto e sottoscritto l’accordo per porre in cassa integrazione 416 lavoratori, ai quali si sono poi aggiunte altre 239 unita’, quali ex precari che hanno ottenuto il reintegro di fronte al giudice del lavoro;
– ad avviso dell’ interpellante la MCT – Conship Italia si e’ sempre avvalsa dell’ alibi della crisi internazionale delle movimentazioni per fare scelte diverse e posizionare altrove il traffico, tanto che desta perplessità nel constatare che l’accordo per la Cigs sia stato fatto per aiutare l’azienda a superare il momento di difficoltà, ma non abbia posto le garanzie necessarie per vedere riassorbite le unita’ lavorative;
– e nel mentre i lavoratori, posti in turnazione per la Cigs, hanno messo in atto ogni sforzo utile a superare la crisi dello scalo e parte del mondo politico ha tentato varie strategie per trovare soluzioni utili a favorire la coesione sociale in un territorio che presenta uno dei maggiori tassi di disoccupazione registrabile in Calabria, Conship Italia – Med Center hanno lasciato inutilizzate 5 gru per le navi di ultima generazione ed hanno presentato a Londra il progetto industriale, nel quale non solo non viene prevista alcuna risorsa per il porto di Gioia Tauro, ma viene annunciato di voler rilanciare l’ attività nei porti di La Spezia, Ravenna e Cagliari;
– e a pochi giorni dalla scadenza della Cigs, applicata con criteri di flessibilità in base alle esigenze aziendali, la Conship terminalista avanza la richiesta di un nuovo ricorso agli ammortizzatori sociali, addirittura per 24 mesi, nonostante l’ incremento del traffico: la MCT aveva definito i 416 esuberi da gestire a rotazione su 28 mila movimentazioni a settimana, oggi divenute 34 mila;
– l’interpellante ribadisce che, a proprio parere, la Conship non e’ mai apparsa propensa a redimere le problematiche che investono lo scalo marittimo e la nuova richiesta di Cigs e’ anche legata alla mancanza di quei “paletti” nell’accordo precedente, utili a garantire il reale interesse della società terminalista nei confronti del porto di Gioia Tauro e, quindi, i lavoratori alla scadenza dell’ anno;
– ci si ritrova, infatti, senza alcuna traccia del distretto logistico, delle aziende che la Conship avrebbe dovuto realizzare nel retroporto, del Gateway ferroviario, dell’intero finanziamento dei corsi di formazione per i lavoratori del porto, della società di gestione dell’interporto per la polifunzionalità dello scalo, ecc.;
– ed oggi la MCT richiede la propoga per 24 mesi della Cigs, paventando che la richiesta possa andare persino fino al 2016, legata ai criteri di flessibilità già in atto, sottolinenando che lo squilibrio dei costi di produzione del servizio offerto in rapporto alle tariffe di mercato causa un’eccedenza media giornaliera di lavoratori pari a 537 su un totale di 1288 unità;
– anche l’Autorità portuale ha dichiarato che “in questi ultimi mesi il porto di Gioia Tauro continua a registrare ottime performance, grazie ad un aumento dei traffici che, mensilmente, si stanno posizionando su incrementi costanti e in graduale crescita“; davvero eccessivi appare, quindi, il numero di esuberi proposti dalla MCT;
– l’interpellante non può esimersi dall’evidenziare che l’azienda MedCenter nel mentre richiede questa nuova cassa integrazione, anzichè avviare le trattative sindacali nelle esistenti sedi ufficiali, paga le spese per affrontare gli incontri in una super confortevole struttura turistica di Pizzo Calabro;
– ad avviso dell’interpellante la Contship ha interesse solo al mantenimento monopolistico delle banchine, in modo da impedire l’inserimento di altre società concorrenti, nel mentre fa scelte diverse e posiziona altrove il traffico, tanto che la richiesta di proroga della Cigs non viene accompagnata da un adeguato piano industriale;
– anche il Governo nazionale riserva poca attenzione alle problematiche del porto di Gioia Tauro, considerato che vengono rafforzati e finanziati con milioni di euro i porti e le piattaforme logistiche liguri e dell’Adriatico, riservando per lo scalo in questione scarse risorse nella distribuzione delle stesse;
– non si può che desumere che ai tavoli di concertazione in atto ci si sieda senza avere piena e chiara contezza di quali siano le reali strategie, da una parte della Conship e dall’altra della Regione Calabria e del Governo centrale, al fine di salvaguardare il porto di Gioia Tauro ed il relativo versante occupazionale:
– dal 1994 ad oggi quante risorse statali abbia assorbito la Conship attraverso MCT di Gioia Tauro, fra contratto d’area, cassa integrazione straordinaria ed ordinaria e finanziamenti all’attività, utili per l’acquisto di mezzi mobili, peraltro a Gioia rimasti obsoleti per quanto riguarda la metà delle gru e tutto il parco stader – carrier;
– a quanto ammonti la perdita per il demanio che a partire dal 1995 ha concesso alla MCT un milione e mezzo di metri quadrati per circa un miliardo di vecchie lire all’anno, prezzo politico e assolutamente fuori mercato per il terminal che per la sua posizione strategica, e fino a quando la Conship non ha acquistato il terminal di Calgliari e sul secondo terminal di Tangeri, ha bruciato tutte le tappe nel qualificarsi primo porto del Mediterraneo;
– se non ritengano necessario ed urgente prevedere in una prossima iniziativa normativa un limite di cessione delle quote societarie di un terminalista che alimenta il proprio capitale dalle concessioni ottenute nelle aree depresse a prezzo politico e non in linea con il mercato;
– a quanto ammonti il beneficio, costituito nel 2010 per MCT, dalla riduzione delle tasse di ancoraggio operata dall’autorità portuale;
– se non ritengano far sì che la Conship restituisca le corrispondenti aree attrezzate dallo Stato nel porto di Gioia Tauro al fine di consentire all’autorità portuale una seria ed equilibrata azione di marketing;
– quanti siano i soldi pubblici investiti nel porto di Gioia Tauro dalla sua nascita ad oggi e gli spazi, all’interno dello stesso, utilizzati per la crescita occupazionale;
– se non ritengano necessario ed urgente considerare la struttura portuale di Gioia Tauro come priorità nazionale e creare quindi un unico tavolo di concertazione tra Governi nazionale e regionale, organizzazioni sindacali ed Autorità portuale;
– se non ritengano urgente avviare le iniziative necessarie affinchè l’eventuale nuova autorizzazione alla richiesta di Cigs per 537 lavoratori venga rilasciata con le dovute garanzie da parte della Azienda monopolista del porto per il futuro occupazionale degli stessi.
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