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In merito alla realizzazione di parcheggi sotterranei e ai conseguenti lavori di ristrutturazione di Piazza Garibaldi, si informa che nell’anno 2014, ai sensi dell’art. 96 del Decreto Legislativo n. 163/2006, la ex Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, in sede di approvazione del progetto, ha prescritto tre saggi esplorativi che avevano fornito indicazioni positive riguardo la presenza di strutture nel sottosuolo, con lo scopo di determinare la consistenza e la natura di tali reperti.
I lavori che hanno avuto inizio il 18 aprile 2016 con il primo saggio, aperto nell’angolo NE della piazza, al limite dell’area del futuro parcheggio, hanno fatto emergere la presenza di un consistente nucleo di malta di calce. Al di sotto di strati alluvionali riscontrati nei primi due metri circa di profondità, il primo e consistente dato significativo emerso dall’indagine archeologica è stata la presenza di una massiccia costruzione che affiora a 2,30 metri dall’attuale piano stradale e che si sviluppa in altezza per poco meno di 2 metri.
Si tratta del podio di un edificio di età romana, il cui nucleo centrale è stato realizzato in conglomerato cementizio con rivestimento in mattoni; presenta diversi fori relativi all’aggancio di perni per il fissaggio di lastre di rivestimento, probabilmente in marmo colorato, rinvenute in diversi esemplari nei contigui strati. La base del podio è costituita da una cornice in calcare durissimo e sagomato, delimitata a sua volta da blocchi di calcare; l’edificio si conserva nella sua estremità meridionale con una larghezza, in senso est-ovest, di circa 13 m. e prosegue verso nord, al di sotto delle attuali aiuole.
A sud si sviluppa una serie di strati relativi alla distruzione e spoliazione dell’edificio stesso. Gli strati sono tuttora in corso di scavo (ceneri e concotto) e, oltre a fornire utili informazioni sull’originario piano di calpestio, hanno restituito numerosi materiali la cui analisi potrebbe chiarire grossomodo la datazione del monumento che, al momento, sulla base dell’analisi strutturale e della tecnica costruttiva, è possibile inquadrare cronologicamente in età romana imperiale.
Dal punto di vista della funzione, senza un ampliamento dello scavo che ne chiarisca forma (quadrata o rettangolare) e dimensioni effettive, potrebbero essere praticabili due ipotesi.
La struttura, situata in un’area posta al di fuori delle mura della città antica, potrebbe essere identificabile come monumento funerario o, seconda ipotesi, come edificio sacro (tempio o ara) nell’ambito di un santuario extraurbano.
Il secondo saggio esplorativo, che ha occupato l’estremità occidentale della piazza, ha consentito il rinvenimento, al di sotto di una serie di strati alluvionali e a – 4,00 m dall’attuale piano stradale, di un tratto di una canaletta di scolo dell’acqua orientata est-ovest e visibile per circa 6,5 m di lunghezza; essa risulta costituita da spallette di ciottoli e pietrame legati da malta di calce, con copertura e fondo in mattoni quasi quadrati (cm 34 x 43, spessore 9 cm) ed ugualmente databile ad età romana.
Da qualche giorno è iniziato il terzo saggio, posizionato tra i primi due, dal quale non sono ancora emerse significative stratigrafie.
A seguito di tali prime indagini, il 12 maggio, si sono incontrati Angela Marcianò, Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria, Marcello Romano, Dirigente dei Lavori Pubblici dello stesso Assessorato e Salvatore Patamia Segretario Regionale MIBACT Calabria, anche nella qualità di Soprintendente Archeologia Calabria ad interim.
Nella riunione, utile per fare il punto della situazione, in piena sintonia e spirito di collaborazione sono state stabilite le linee guida per il proseguo delle indagini archeologiche. In particolare, è stata constatata l’esigenza di aprire un ulteriore saggio (oltre al terzo in corso d’opera) in una zona da concordare e soprattutto, di ampliare il primo saggio finalizzato alla identificazione, in modo certo, del grande edificio sul podio, anche con l’intento di evidenziarne la spaziosità.
La Soprintendenza Archeologia della Calabria ringrazia l’Amministrazione Comunale per la sensibilità dimostrata e concorda con essa sulla grande opportunità di carattere culturale e turistica offerta dai ritrovamenti.
In quest’ottica, si ritiene che la città non possa perdere un’occasione di scoperta di straordinari ritrovamenti e reperti archeologici che il sottosuolo le riserva. Pertanto il Comune di Reggio Calabria e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo della Calabria, sono pronti a collaborare per proseguire le indagini archeologiche, ma anche e soprattutto per progettare congiuntamente un ambizioso piano di musealizzazione, valorizzazione e fruizione in situ di quanto emerso.
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