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Continua imperterrito il lavoro del Governo del super-tecnico Monti, l’uomo imposto dalle banche e dai grandi fondi di investimento per dare il via a quei provvedimenti che i politici “di professione” non hanno avuto il coraggio di emanare. Attacco ai diritti dei lavoratori, ulteriore precarizzazione del lavoro, disgregazione del welfare, aumento della pressione fiscale, privatizzazioni e svendita del patrimonio pubblico: sono queste le ricette imposte dai sacerdoti del libero mercato, tese a rendere sempre più deboli e ricattabili vasti strati della popolazione, ricreando un assetto stabile per il capitalismo attuale.
È il debito lo spauracchio agitato in tutte le narrazioni mainstreaming, il Babau del Terzo millennio da sconfiggere ad ogni costo, immolando alla causa diritti, dignità, futuro. Lo è a livello nazionale, lo è a livello cittadino con un buco nel bilancio comunale che graverà per i prossimi anni nelle tasche dei reggini. Un debito che non nasce da solo, figlio sicuramente di corruzione, clientela e malaffare, ma figlio soprattutto di un’idea perversa che ha contagiato la politica tutta e che vede la gestione della res pubblica al pari della gestione imprenditoriale: l’azienda ospedaliera, l’azienda scuola, fino ad arrivare all’azienda-Italia… Nessuna programmazione, nessuna reale prospettiva di sviluppo per il territorio, solo drenaggio di fondi pubblici verso le casse delle grandi aziende private e rinvio dei pagamenti alle future generazioni.
In questo contesto appare sempre più inadeguato il ruolo dei partiti politici, soprattutto di quel centro-sinistra incapace di disintossicarsi da decenni di ubriacatura neo-liberista, e del sindacalismo, arroccato a difendere il fortino mentre i lavoratori manifestano la loro indisponibilità ad accettare ulteriori ricatti: basta guardare la vicenda di Taranto e degli operai dell’Ilva non più disponibili a barattare il lavoro con la salute, così come la bocciatura degli accordi al Porto di Gioia Tauro nel referendum agostano.
Le lotte sociali ed ambientali degli ultimi anni, così come le mobilitazioni studentesche, evidenziano la presenza diffusa di una volontà che mira a costruire nuovi percorsi politici, a partire dal superamento di una democrazia rappresentativa che non rappresenta nessuno, e sociali, adottando modelli di sviluppo compatibili con le esigenze dei territori e delle popolazioni.
Proprio per ragionare insieme alla costruzione di questi percorsi, vogliamo invitare tutte e tutti a un momento di confronto assembleare che si terrà al c.s.o.a. Cartella, domenica 30 settembre alle ore 10.00, approfittando della visita del portavoce nazionale del movimento No Debito, Giorgio Cremaschi, a Reggio Calabria per solidarizzare contro quei sigilli che ancora impediscono la ricostruzione della struttura incendiata nel maggio scorso.
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