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“Un Accordo di Programma tra Città Metropolitana, Università Mediterranea e Azienda Calabria Verde che consentirebbe di valorizzare intelligenze, competenze, professionalità e maestranze per progettare ed attuare la principale infrastruttura di difesa del suolo. A tal proposito, sarebbe utile sin da ora definire i termini progettuali di questi interventi al fine di individuare le possibili fonti di finanziamento in ambito europeo”.
E’ questa la proposta che il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, Giuseppe Bombino, sottopone all’attenzione del Consiglio Metropolitano di Reggio Calabria.
“La drammatica ricorrenza con cui intere porzioni di territorio vengono ferite dagli effetti delle precipitazioni impone una profonda riflessione. Sono disastrosi – prosegue Bombino – anche eventi di pioggia privi del carattere di “straordinarietà o eccezionalità” (come spesso erroneamente si vuol far credere). Infatti, se si opera un’analisi degli eventi alluvionali che negli ultimi decenni hanno interessato l’Area dello Stretto, si evidenzia come, a parità di evento meteorologico, la risposta del territorio sia stata nel tempo sempre più intensa e severa. Da una parte, le aree collinari e montane che avrebbero dovuto costituire il principale presidio per la regolazione delle acque meteoriche e i deflussi, non sono più in grado, a causa dei fenomeni di abbandono e del repentino cambiamento di uso dei suoli, di sopportare le precipitazioni più intense; dall’altra, le infrastrutture e le reti di deflusso urbane sono incapaci di contenere e smaltire il surplus di deflussi e produzioni di sedimenti provenienti dai territori sovrastanti. Il bilancio degli ultimi decenni e la complessa natura dei problemi idraulici ed idrogeologici denunciano, quindi, la vulnerabilità di un territorio su cui si è intervenuti in maniera irrazionale più frequentemente ed estensivamente di quanto necessario ed utile.
In tale quadro – aggiunge il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte – la consapevolezza del rischio naturale e l’adozione di misure di difesa richiedono più che mai un approccio razionale e multidisciplinare, da esercitare attraverso una profonda revisione delle politiche di pianificazione territoriali. E’ irrinunciabile intervenire sul riassetto idraulico dello spazio rurale e dei sistemi agricoli e forestali. Unitamente alle suggestive visioni di dotazioni tecnologiche volte alla creazione della cosiddetta “Smart City” è necessario ed urgente avviare una imponente opera di riforestazione e di valorizzazione dei terreni marginali; l’agricoltura, inoltre, con la sua “multifunzionalità” coniuga produzione e protezione del suolo.
L’area della Città Metropolitana è composta, come è noto, da porzioni estremamente eterogenee di territorio in cui possono riscontrarsi fenomeni di abbandono delle attività connesse con l’agricoltura, di disgregazione socio-economica e di instabilità fisica. Lo spazio rurale e agro-forestale interessa le aree collinari e montane che delimitano (sormontandoli) i diversi centri urbani che insistono a valle.
In tali situazioni, la razionale pianificazione delle aree marginali e dei sistemi agricoli e forestali rappresenta un fattore strategico non solo per lo sviluppo socio-economico di questi fragili contesti territoriali, ma anche per la loro difesa idrogeologica e, quindi, per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico.
La difesa del suolo e la regimazione delle acque – spiega ancora Giuseppe Bombino – esigono una pianificazione efficace ai fini della sicurezza idrogeologica che non può prescindere dall’attuazione di azioni e interventi coordinati alla scala di bacino idrografico (unità territoriale indipendente da limiti amministrativi) nell’ambito del Piano di Bacino (sovraordinato a tutti gli altri piani). Ciò consente di individuare, con un approccio unitario e integrato, le misure estensive ed intensive più idonee da attuarsi soprattutto nelle aree agro-forestali e periurbane a cui è demandata la funzione di presidio delle aree urbanizzate poste a valle”.
In conclusione il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, Giuseppe Bombino, evidenzia come “un Accordo di Programma tra la Città Metropolitana, l’Università Mediterranea e Azienda Calabria Verde consentirebbe di valorizzare intelligenze, competenze, professionalità e maestranze per progettare ed attuare la principale infrastruttura: la messa in sicurezza idraulica ed idrogeologica del territorio metropolitano. Gli sviluppi della ricerca, inoltre, potrebbero supportare ed orientare le attività di governo e pianificazione del territorio in materia di: i) contenimento dell’incremento del consumo di suolo e adozione di misure (anche in ambito urbano) che favoriscano l’infiltrazione delle precipitazioni; ii) adozione, nelle aree agricole, di modelli colturali a basso impatto idrologico ed erosivo in grado di aumentare la capacità di invaso superficiale dei suoli; iii) valorizzazione del ruolo protettivo della vegetazione conseguibile con la ricostituzione degli ecosistemi naturali, i rimboschimenti e l’impiego di tecniche naturalistiche di protezione dei versanti; iv) la stabilizzazione di scarpate artificiali e pendii in prossimità dei centri abitati e di infrastrutture (autostrade, strade provinciali, comunali, ecc.); v) la realizzazione di sistemazioni agrarie e la manutenzione di quelle già realizzate; vi) la manutenzione delle opere di sistemazione idraulica”.
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