Il Sindaco di Montebello Jonico Antonio Guarna replica a Nuccio Barillà

sindaco guarna

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Faccio seguito alle dichiarazioni del signor Nuccio Barillà riportate dalla stampa ieri in occasione della manifestazione con Goletta Verde presso il Porto di Saline Joniche.

A solo titolo esemplificativo, mi riferisco in particolare agli articoli del 25 luglio 2012 della Gazzetta del Sud e del Quotidiano della Calabria, maggiormente diffusi nel territorio, nei quali si muovono  insinuazioni su un mio presunto coinvolgimento economico finanziario nell’ambito della ex-Liquichimica.
Il signor Barillà, riportano i suddetti quotidiani, è alla ricerca di chiarezza da parte mia, che lo stesso intende – si badi bene – essere doverosa, riguardo a miei interessi privati o, meglio, quelli dei miei figli. Il mio dubbio che queste affermazioni possano essere del tutto strumentali trova conferma nella circostanza che il signor Barillà sostiene di essere consapevole e cosciente di documentazione che mi riguarda proveniente dalla Camera di Commercio e dell’Agenzia del Territorio: in forza della conoscenza di tale documentazione avrebbe certo potuto, anziché bofonchiare sulla mia persona, esprimersi con la dovuta chiarezza e dunque scongiurare ogni possibile equivoco o allusione. Dunque, non sembrando Egli avere offerto ai giornalisti ed ai suoi spettatori una dettagliata lettura della documentazione in Suo possesso e dunque dei miei presunti interessi, ribadisco quanto segue.
Il mio primo interesse economico finanziario e di vita è la professione medica che svolgo dal 1974. Tra gli anni 1982 ed 1983 ho avuto “grandi” interessi nell’edilizia residenziale, ovvero ho costruito una casa a Saline divisibile in tre parti, una per ognuno dei miei tre figli. Negli anni successivi, quando i miei figli sono divenuti un po’ più grandi, ho avuto “interessi addirittura nell’industria”, ovvero ho acquistato nel 1999 un terreno, allora in vendita, all’interno dell’area della ex-Liquichimica. Chiunque l’avrebbe potuto acquistare. Ancora dopo, “assalito dalla sete di denaro per la quale vengono mosse nei miei confronti calunnie di vario genere”, ho addirittura avuto “interessi nell’agroalimentare”, ovvero ho investito in un’attività di acquacoltura che ritenevo utile per miei figli. Questi sono in sintesi gli articolati scopi ed interessi della mia vita dei quali sono colpevole “reo confesso” e tanto si evince dalla documentazione della Camera di Commercio e dell’Agenzia del Territorio che il signor Barillà ha, con tanto interesse, reperito a propri fini per verificare legittimi interessi di una persona.
Non sono mai stato socio della SIPI ma la Società di acquacoltura chiamata “Orizon Group”, oggi gestita da mio figlio, è stata in passato socia del Consorzio SIPI, insieme a tanti altri soggetti privati, allo scopo di acquistare nel 1999 un terreno industriale messo in vendita dalla “Nuova Chiamica Biosintesi s.p.a. in liquidazione” nell’ottobre 1999, con il quale la Società “Orizon Group” avrebbe voluto avviare, come di fatto è avvenuto, un’attività di acquacoltura.
Chi inoltre conosce bene le vicende che hanno caratterizzato il lungo percorso imprenditoriale del Consorzio SIPI, che ha avuto una sede per un periodo presso lo studio legale dell’avv.to Loris Nisi, può essere inoltre testimone di tutte le controversie e disavventure con cui mi sono dovuto misurare e bene saprà che tra tutti i grandiosi propositi progettuali di sviluppo ipotizzati da ciascuno dei soci della SIPI, l’unico ad essere stato realizzato è stato quello più modesto riguardante un’attività di acquacoltura realizzato dalla Società oggi gestita dai miei figli. Dopo aver realizzato la piccola impresa d’acquacoltura, la Società Orizon Group si è via via affrancata dal Consorzio SIPI dalla quale è uscita completamente il 23 gennaio 2009, ben prima nella mia elezione a Sindaco.
A parte la porzione di terreno che la Società “Orizon Group,” che ho ceduto a mio figlio, ha acquistato all’interno dell’area della ex Liquichimica, tutti gli altri terreni dell’area sono stati frazionati catastalmente, sotto l’amministrazione precedente guidata dal sindaco Nisi, e messi in vendita senza che nessuno mai si sia opposto, senza che alcuna iniziativa fattiva, al di fuori di proclami ed intenzioni, quale ad esempio l’esproprio dei terreni, sia stata avanzata per scongiurare l’iniziativa carbonifera. Non è superfluo infatti ricordare che si tratta di terreni di proprietà privata la cui finalità industriale è stata decisa dalle amministrazioni passate, che hanno fatto di Saline una delle più grandi zone industriali, comprendendo le Officine Grandi Riparazione delle Ferrovie dello Stato che sono attualmente in vendita e potrebbero essere perfino acquistate da chiunque, persino dal signor Barillà, il quale si potrebbe fare concretamente promotore di un’iniziativa a lui gradita, che si riserverà di manifestare e pubblicizzare solo dopo averla realizzata, così come è sua abitudine fare.
Nei quarant’anni di professione medica, professata in gran parte a Saline Joniche, ho avuto modo di essere testimone di tutte le proposte di sviluppo provenienti dalla politica, soprattutto alla vigilia di elezioni, tutte mai realizzate, puntualmente per colpa, almeno così è stato sempre affermato, delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali successive a quelle che le proposte avevano fatto e che non avevano saputo continuare le ipotesi di quelle di prima. Corsi e ricorsi storici che di fatto non ci hanno portato niente che abbia saputo compensare lo scempio fatto in quell’aria attraverso il pacchetto Colombo negli anni ’70.
Ora il signor Barillà, che è cosciente e consapevole di tutto ciò, che è attento alle problematiche ambientali, che ha a cuore lo sviluppo eco-compatibile di quest’aria, non può certo ignorare il fatto che il sottoscritto, forse con merito, ha ispirato la nascita di un allevamento ittico del tutto in linea con quelle che si ritengono le vocazioni della zona ed in passato creato realmente quell’occupazione che pare essere nell’interesse di tutti; ciò nondimeno il signor Barillà preferisce soffermarsi a fare pesanti insinuazioni sulla mia persona e sui miei presunti interessi.
Relativamente in particolare all’argomento della Centrale a Carbone, il mio auspicio è che il signor Barillà, avvezzo e pratico – diversamente da me – di manifestazioni pubbliche, dalle quali riceve il consenso politico elettivo, sappia adoperarsi sempre meglio per contrastare quest’opera, tralasciando la ricerca di capri espiatori che di certo non hanno nè il potere di favorire alcun soggetto, né quello di influenzare le valutazioni del Ministero dell’Ambiente o del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Comune di Montebello Jonico, che peraltro si è sempre espresso negativamente nella sede consiliare, non è investito di alcun potere di veto, facoltà che invece sembra poter essere esercitata dalla Regione Calabria. Anche in questo caso, il signor Barillà può rasserenarsi, atteso che il Governatore della Calabria nella seduta del 23 luglio 2012 non solo ha ribadito il proprio “no” all’iniziativa carbonifera, ma anche proposto una tanto da me auspicata alternativa concreta e realizzabile, quella che si realizzerà, secondo quanto indicato dal governatore, con i fondi comunitari, se ancora c’è li avremo, tra il 2014 ed il 2020, ma questo sarà poi compito affidato alle amministrazioni regionali a venire.
La mia amministrazione comunale non può soddisfare l’irrefrenabile e non comprensibile pretesa del signor Barillà o di altri di continue conferme e riconferme su un argomento, quale è quello della Centrale a Carbone, sul quale più volte ci siamo ufficialmente espressi negativamente e sul quale il comportamento tenuto dal Comune di Montebello Jonico è stato del tutto conforme a quello degli altri Comuni dell’aria e della Provincia, al di là di ogni proclamo. Ho il fondato timore, che dettagliatamente esporrò nelle sedi opportune, che la questione della Centrale a Carbone sia allo stato utilizzata, in modo generale, nei miei confronti quale invasivo strumento politico per fare cadere la giunta e lasciare spazio ai soliti noti, attraverso un argomento in grado di catalizzare, per la sua importanza, l’attenzione di tutti gli abitanti, distogliendo l’attenzione del dibattito politico dai successi conseguiti dalla mia amministrazione e dai problemi reali ed attuali che il sottoscritto, quale amministratore, è chiamato ad affrontare a differenza di tanti altri che si possono dedicare ad altre questioni.
Il ricorso al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che ho attentamente valutato, è stato da me proposto all’unisono con gli altri sindaci al governatore della Regione Calabria, ente che per risorse finanziarie e competenze si ritiene all’uopo maggiormente titolato. Ciò ad ogni modo non è bastato per soddisfare quanti intendono utilizzare anche l’argomento del ricorso quale strumento di mera propaganda. Forse, se avessimo portato avanti la mia passata proposta di una Commissione di studi, oggi avremmo avuto delle fondate motivazioni scientifiche da poter sostenere e porre alla base di un ricorso in grado di fornire prova di eventuali errori nelle valutazioni delle istituzioni centrali dello Stato, come il Ministero dell’Ambiente ed il Primo Ministro. Ma anche questo fu allora strumentalizzato da quanti imponevano con arroganza, e fomentando la massa, una chiusura alla Centrale “senza se e senza ma” ed adesso invece gridano al ricorso, magari “senza se e senza ma”. Comunque, anche questa è acqua passata.
Dunque, il mio interesse per l’ambiente non solo si evince dall’aver ispirato l’acquacoltura a Saline, ma anche dall’impegno profuso, in chiaro contrasto con gli obiettivi perseguiti  dalle amministrazioni precedenti, nel risanare la situazione del Porto di Saline Joniche, ormai distrutto a causa di anni di incuria, per farne un porto turistico che ritengo, ancora oggi l’unico volano di sviluppo turistico possibile.
Questi sono i fatti.
Con l’auspicio che questo comunicato stampa non venga censurato e abbia il medesimo spazio e risalto conferiti alle esternazioni del signor Barillà alle quali fornisce il richiesto riscontro.

f.to dottor Antonio Guarna
sindaco del Comune di Montebello Jonico

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Author: Cristina

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