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Venerdì scorso il Governo ha approvato il decreto legge “Misure urgenti per la crescita del Paese” che, all’articolo 14 “Autonomia finanziaria dei porti”, prevede l’istituzione di un fondo per il finanziamento degli interventi di adeguamento dei porti in cui confluiranno l’1% dell’Iva e delle accise riscosse nei porti, fino ad un limite di 70 milioni di euro annui. Tali risorse saranno redistribuite a ciascun porto nella misura dell’80% della quota delle riscossioni dell’Iva e delle accise relative al porto, mentre il restante 20% sarà ripartito tra i porti con finalità perequative.
Tale norma mira al progressivo raggiungimento della cosiddetta “autonomia finanziaria” delle Autorità Portuali, consistente nella possibilità concessa agli enti portuali di finanziare autonomamente l’infrastrutturazione attraverso una quota delle risorse prodotte dalle accise e dall’iva riscosse sulle operazioni portuali.
A tale proposito, il presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, ing. Giovanni Grimaldi, è intervenuto per esprimere le proprie perplessità in merito ad un provvedimento che, al momento, non aggiunge alcuna novità e sostegno concreto alle attività dei porti di transhipment. “La montagna ha partorito un topolino – ha commentato Grimaldi – e lo ha fatto dopo molti mesi, nel corso dei quali ho sottolineato l’importanza di attuare al più presto l’autonomia finanziaria per le Autorità portuali, collegata, naturalmente, alle specifiche peculiarità di ogni porto.
Oggi, mi stupisco che ci si possa, invece, meravigliare dell’approvazione di un provvedimento che, nei fatti, non attua la tanto attesa e necessaria autonomia finanziaria. Si tratta, invece, solo di un finanziamento di 70 milioni di euro. Fermo restando la positività dell’iniziativa, che però va inquadrata esclusivamente in un inizio di discussione intorno all’autonomia finanziaria, nei fatti non la attua. A tutto questo aggiungo che l’aver destinato il 20% dei 70 milioni di euro, tra i porti ai fini perequativi, altro non è che l’annuale finanziamento ai sensi dell’art. 1 della legge 296 del 27 dicembre 2006. Infatti, proprio ad inizio giugno, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha erogato all’Autorità portuale di Gioia Tauro l’importo di circa 5 milioni di euro. A conti fatti, quindi, niente di più di ciò che già avevamo”.
Dal testo, comunque, il presidente Grimaldi sottolinea anche i rischi a cui potrebbe andare incontro il provvedimento se non dovesse essere modificato in fase di discussione parlamentare: “Ritengo che, al punto 1 quando si parla di “istituire un fondo” a livello ministeriale, si corra il rischio di insorgere in “Aiuti di Stato”. Credo, quindi, sia opportuno analizzarlo dal punto di vista giuridico. Mi auguro che, in corso di ratifica nella discussione alle Camere per la stesura definitiva del provvedimento, si prenda anche in esame la problematica relativa al fondo perequativo per poter essere incisivi sui benefici che spettano ai porti di transhipment. Come è noto i contenitori che vengono movimentati non sono soggetti a tassazioni. A tale proposito, quindi, è stato previsto un fondo perequativo da assegnare loro, come quello di Gioia Tauro. Sono contrario a questa ipotesi perché il fondo perequativo fa pensare a qualcosa di aleatorio che potrà essere assegnato o non assegnato in base alla situazione finanziaria del Paese.
Ritengo che bisogna trovare, invece, un sistema che dia più certezze. Mi riferisco, per fare un esempio, ad un calcolo “virtuale” sui movimenti in modo da legare le erogazioni non ad un fondo perequativo ma all’efficienza ed ai risultati ottenuti dal porto stesso”.
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