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Il disperato e indecente monologo, camuffato da conferenza stampa, tenuto dal sindaco (ancora per poco) Demetrio Arena rappresenta l’ultimo rantolo di un’amministrazione che volge, miseramente, alla giusta e ingloriosa conclusione.
Le scomposte e nervose parole di Arena rasentano la vera e propria eversione: un pericoloso e irresponsabile atteggiamento che offende e sfregia profondamente Reggio e i reggini.
Vi è un evidente tentativo, sguaiato e scriteriato, di sobillare la città con parole e slogan, tragicamente datati, che rischiano di fare tornare la città al nefasto clima dei primi anni ’70. Una mesta epoca che ha provocato la totale decadenza e l’isolamento di Reggio per molti decenni.
Il monologo di Arena ha evidenziato la sua assoluta inadeguatezza politica, amministrativa e istituzionale.
Il sindaco Arena, orgoglioso protagonista e continuatore del “modello-Reggio”, invece di tentare goffamente di riportare le lancette della storia quarant’anni indietro, dovrebbe semplicemente dimettersi e chiedere scusa per la bancarotta etica, morale e finanziaria che ha distrutto e raso al suolo la città provocata dall’ultimo decennio di gestione amministrativa.
Renata Polverini, per molto meno, in queste ore, si è dimessa da presidente della Regione Lazio.
Infatti, deve essere chiaro che quanto accaduto a Reggio è molto peggio di quanto si è scoperto nel Lazio: possiamo serenamente affermare che la “melma” scoperchiata sull’uso dei soldi pubblici, per ostriche e mega-feste, da parte del Pdl del Lazio è decisamente inferiore rispetto a quanto accaduto, in questi anni, a Reggio Calabria.
Nella nostra città, accanto allo svuotamento della casse comunali, la ‘ndrangheta, come le reiterate inchieste della Magistratura hanno certificato, è, drammaticamente, entrata, a pieno titolo, nei gangli del potere e dell’amministrazione.
Uno scempio che non trova paragoni da nessuna parte.
Le parole eversive di Arena, oggi più che mai, non possono lasciare spazio ai tatticismi e alle timidezze di molte forze politiche, poichè vi è la necessità di affermare pubblicamente che i veri nemici di Reggio sono i sedicenti amministratori che, in questi anni, l’hanno affossata.
Pertanto, si deve uscire allo scoperto per chiedere, come noi lo facciamo da oltre un anno, il rapido scioglimento del Consiglio comunale.
Ripetiamo ancora una volta: meglio il commissario che la ’ndrangheta al comune.
Reggio Calabria lì 25 settembre 2012
IL SEGRETARIO CITTADINO DEL PdCI DI REGGIO CALABRIA
Ivan Tripodi
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