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Il PD di Reggio Calabria, invitato dai commissari all’incontro con le forze politiche della città per la presentazione del nuovo progetto di ampliamento del Museo Archeologico che interessa l’antistante Piazza De Nava, non può che salutare con interesse l’iniziativa, per il valore sociale e culturale che la stessa riveste per la città di Reggio Calabria, nella valorizzazione delle sue risorse culturali e dell’investimento dei fondi comunitari e nazionali sui beni e le opere pubbliche di interesse collettivo. Il finanziamento POIN rappresenta in tal senso un’opportunità che la città non può permettersi di perdere.
Peraltro, l’idea di rafforzare la competitività e la ricezione turistica partendo proprio dal Museo Archeologico è un investimento che il Partito Democratico ha fortemente voluto fin dal progetto di valorizzazione con lo studio specialistico sulla ricettività museale di Reggio predisposto nel 2006 durante l’assessorato regionale di Sandro Principe e successivamente con la scelta operata per il riammodernamento dello stesso Museo Archeologico della Magno Grecia, all’epoca del governo Prodi con Ministro ai Beni Culturali Rutelli, mediante il finanziamento per i 150° dell’Unità d’Italia.
Sull’iniziativa del progetto di cui si discute a procedura espletata, lo stesso PD intende però soffermarsi sull’interesse che una tale iniziativa avrebbe potuto avere in un processo iniziale di coinvolgimento della cittadinanza e di tutti gli operatori interessati del settore, trattandosi di fatto di un’opera di trasformazione urbana, che interessa valori urbanistici, storici e pubblici di una delle aree e degli isolati urbani del centro storico e della sua organizzazione spaziale e funzionale.
Sul progetto in questione, ci piacerebbe inoltre che l’idea di ricettività fosse allargata alla possibilità di immaginare inoltre un polo museale e civico, capace di guardare anche verso mare, nel suo retro, magari riqualificando un’area fortemente in degrado come quella dell’attuale sito dell’ex Roof Garden. Che la qualità storica e morfologica del piano De Nava, nelle aree del centro storico, con la sua struttura a scacchiera e con i suoi isolati e spazi pubblici, come le piazze, pur nella riqualificazione urbana utile, conservasse il suo valore.
Crediamo fortemente, che anche Reggio Calabria avrebbe bisogno di vivere e condividere i prodotti innovativi delle strategie urbane adeguate al contesto sociale che vive, non producendo il ritardo su ciò che avviene in tal senso nel resto del paese e di Europa, in termini di processi di partecipazione alle scelte di rigenerazione urbana e di valorizzazione dei beni comuni e pubblici.
Ciò può giovare parimenti alla responsabilità delle decisioni, per il ruolo che rivestono nell’amministrazione le risorse tecniche e le forze politiche, non rinunciando al contributo delle opinioni e degli immaginari della società civile, dei cittadini e delle sue organizzazioni, nel rispetto delle procedure normative previste.
Nel futuro crediamo che dovremo affidarci sempre più alla capacità di attrarre finanziamenti ministeriali e comunitari per tutte le azioni di trasformazione e gestione del nostro territorio e pertanto occorre prepararsi alla capacità condivisa di gestirne scelte e valori insieme. Ciò avrebbe consentito anche per il progetto del Museo in questione di orientare le scelte abbassando la conflittualità che può prodursi alla fine di tutti i processi piuttosto che trovare convergenze nella fase iniziale, con una informazione sulle procedure e sui progetti rispondente all’effettiva iniziativa.
Pertanto affidiamo ai Commissari, con cui abbiamo interloquito all’incontro tecnico-politico, la vigilanza tra le prescrizioni che si detteranno per la prossima conferenza dei servizi e che accolgono alcune rilevanze tecniche emerse anche dal dibattito con le altre forze politiche, le associazioni etc… e proponiamo per la fase realizzativa del cantiere, un’organizzazione dello stesso che consenta da parte della cittadinanza la visione continua dell’andamento dei lavori con la predisposizione, attraverso strumentazioni adeguate, di un “cantiere-evento” che non oscuri nel tempo i lavori in corso ai cittadini che vorranno seguire da vicino l’intervento. Ciò rappresenterebbe in termini di esperienza una novità per Reggio Calabria, vista l’esperienza di questi anni di opere pubbliche il cui iter concluso e/o interrotto ha negato per anni la consapevolezza ai cittadini dell’andamento dei lavori e del rispetto dei suoi tempi.
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