Il maestro Nicola Sgrò dona al Museo dello Strumento Musicale Armonium dell’800

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Da qualche tempo si può ammirare, tra i bellissimi reperti del Museo dello Strumento
Musicale, un raro esemplare di Armonium dell’800, dono del Maestro Nicola Sgro, che ha una
storia particolare.
Acquistato dal Maestro Nicola Sgro a Messina alla fine degli anni ’50, in un negozio il cuinome non corrisponde a quello che si legge nella etichetta metallica dell’originario importatore evenditore, è stato oggetto di approfondita ricerca.
All’interno dello strumento, è stato trovato un catalogo dell’epoca, aggiornato nei prezzi aiprimi del ’900, con la sovrapposizione di piccole etichette incollate sulle cifre a stampa.
Il catalogo (ed è qui che comincia il “giallo”) non si riferisce alla fabbrica costruttrice, lacui ragione sociale posta sull’Armonium, incisa in una artistica targa di bronzo con una immagine femminile, stile Biedermeier, non corrisponde al nome dell’azienda di cui al catalogo a stampa. Coincidenza non trascurabile: entrambe le ragioni sociali delle due fabbriche (quella chefigura nella “etichetta” dell’armonium, nelle stampigliature interne, su vari elementi strutturaliancie,somiere, ecc.) fanno capo alla città di Lecco.Premesso che risulta piuttosto fantascientifica l’ipotesi che nell’800 agissero a Lecco, bendue fabbriche di Armonium, rimane da capire come mai l’Armonium ha una paternità che noncorrisponde a quella del catalogo, che pure è stato rinvenuto al suo interno.
Spiegazione: l’azienda che ha costruito lo strumento è stata rilevata da quella che,successivamente, ha commercializzato, includendoli nel suo catalogo, gli strumenti ricevuti indotazione dalla ditta “estinta”.In tal senso è interessante notare che, a seguito di accurata ricerca su Internet, a nome delladitta costruttrice dell’Armonium, oggi in possesso del Museo dello Strumento Musicale, risultaessere presente in tutto il mondo un solo strumento identico, peraltro di “dolce e splendido suono”,in una piccola parrocchia dell’Italia settentrionale.Raro e prezioso, quindi, lo strumento che il dottor Demetrio Spagna, Presidente del Museoreggino, può far ammirare ai visitatori.
E va detto che, a parte le ottime condizioni del mobile, laparte tecnica sarebbe facilmente restaurabile (basterebbe sostituire i mantici) mentre le ancie,perfettamente funzionanti, emettono un suono dolce e delicato.Un oggetto che arricchisce la collezione, già molto importante, di testimonianze dellacultura musicale della nostra città e del nostro territorio.
Lo strumento si può ammirare tra i bellissimi reperti esposti presso la sede del Museo dello Strumento Musicale in via D.Genoese Zerbi – Pineta ex stazione Lido.

APERTO TUTTE LE MATTINE DALLE ORE 10 ALLE ORE 12.

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Author: Cristina

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