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Una procedura d’urgenza per il disegno di legge per l’abolizione delle province. A chiederlo, a nome del governo di Enrico Letta, è stato il ministro per i Rapporti con il parlamento Dario Franceschini.
La richiesta per il Ddl, varato prima dell’estate dal Consiglio dei ministri, è arrivata nella tarda mattinata di giovedì 19 settembre alla presidente della Camera Laura Boldrini e il testo è già stato assegnato alla commissione Affari costituzionali.
Procedura d’ urgenza – dichiara il consigliere Marcianò – che se verrà accolta, produrrà l’aumento della spesa pubblica, mentre il Governo è in costante ed infruttuosa ricerca di risorse per coprire la sospensione dell’Imu e per scongiurare l’aumento dell’Iva. E questa non è che la risultante che a guidar la politica del Governo è solo pura demagogia e dunque sono vane le ragioni della buona gestione dei soldi dello Stato. Un dibattito tutto surreale in cui si fa passare ai cittadini l’idea che spostare servizi e funzioni da una istituzione ad un’altra sia una operazione banale e addirittura che comporti risparmi e nessun disservizio.
E’ come se al Governo nessuno si interessi delle conseguenze che ne deriverebbero. Conseguenze – prosegue Marcianò – in termini di aumento di spesa pubblica che deriverebbero da questo Ddl. Eppure è lapalissiano che disperdere le funzioni delle Province, il personale, il patrimonio, i debiti, tra altre istituzioni farà moltiplicare i centri di spesa. Basti pensare che lo spostamento di 5000 edifici scolastici ai Comuni costerebbe all’ incirca 800 milioni di euro di spesa pubblica in più.
Ma nonostante il pressing del governo sui lavori di Montecitorio, il Ddl deve aspettare che la legge costituzionale cancelli gli enti di secondo livello dalla Carta: fino allora le Province sono destinate a restare in vita, ma il provvedimento prevede di privarle di poteri istituendo le città metropolitane e rafforzando le unioni e le fusioni di Comuni. Il testo – ricorda Marcianò – è stato presentato alla Camera il 20 agosto e assegnato alla I commissione per l’esame, che non è ancora iniziato. Dunque la richiesta della procedura d’urgenza deve ancora attendere perché è previsto che adesso venga esaminata dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, capigruppo che mi auguro guardino ai costi che ne deriverebbero.
Costi – conclude il consigliere Marcianò – di cui certo un Paese, come l’ Italia, alla ricerca di coperture per la seconda rata dell’Imu, per scongiurare l’aumento dell’Iva, per alleggerire la service tax, per garantire gli esodati, per assicurare la Cig in deroga, per abbassare i ticket sanitari, non ha davvero alcun bisogno.
Il Consigliere Provinciale
dott. Michele Marcianò
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