Il Giorno della Memoria, per non dimenticare la Shoah

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Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria. In tutto il mondo è ricordata come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

Furono uccisi 6 milioni di persone. Non solo ebrei ma anche zingari, testimoni di Geova, omosessuali, anarchici.

Il “Giorno della Memoria” è una ricorrenza internazionale celebrata anche dall’ONU, nei paesi europei e dal 2000 anche nel nostro Paese.

E’ definita così dalla legge italiana: “La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria” al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”

In Italia e in molti paesi europei vengono organizzati eventi, cerimonie e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione allo scopo di conservare memoria di questo tragico ed oscuro periodo della storia.

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Author: Cristina

0 thoughts on “Il Giorno della Memoria, per non dimenticare la Shoah

  1. IL GIORNO DELLA MEMORIA

    Questa triste odissea mi ha sconvolto fin da ragazzo, quando alle elementari, lessi il “Diario di Anna Frank”.
    Ho letto decine di diari di “sopravissuti”, ma non saziavano la mia volontà di provare odio contro gli artefici di quell’inferno!
    Volevo vedere con i miei occhi quei luoghi per angosciarmi e disprezzare con violenza, chi generava quest’orrore disumano.
    Alle scuole superiori organizzarono una “gita” in Austria, ed io partecipai con ansia per “vedere” il campo di sterminio di Mauthausen.

    Una guida italo-austriaco, ci illustrava dettagliatamente questo luogo e nell’aria si respirava l’odore acre della morte, lo stesso dei deportati.
    Su quella collina i deportati conobbero il martirio della prigionia nazista, cento modi per una morte violenta, l’orrore dei forni crematori, il regno del terrore assoluto. Mauthausen non possiede enormi camere a gas, né strumenti particolari per l’eccidio di massa e apparentemente può sembrare un campo di lavoro forzato. Eppure fu un campo di sterminio in piena regola come tutti i campi di “lavoro” nazisti, dove lo sterminio era attuato appositamente e scientificamente con il lavoro stesso. La fame, l’esaurimento fisico e l’epidemie arrivarono ad uccidere migliaia di persone al giorno, rimpiazzate continuamente dai nuovi arrivi, nella mostruosa macchina di morte e di guadagno che fu il lager; più si deportava, più si uccideva e più si guadagnava. Si contarono dai 122.000 ai 155.000 morti, decessi avvenuti specialmente nei campi satelliti di Mauthausen.
    Ancora oggi si sono riscontrate forti sensazioni di angoscia e, a volte, anche fenomeni di allucinazione tra molti visitatori di Mauthausen, tanto che alcuni, giunti davanti all’ingresso del campo, non riescono ad entrarvi e rimangono fuori ad aspettare che parenti o compagni di viaggio finiscano la visita all’interno del lager.
    La storia è fatta dai passi dell’uomo…. ricordarne le cadute serve a rimanere in piedi.
    Alessando Varriale gennaio 2013

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