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Maria Mariotti, pilastro della società religiosa e civile reggina, dieci anni addietro definita “nonagenaria autentica memoria storica della Calabria”, oggi ha festeggiato i suoi cento anni con la celebrazione di una santa Messa di ringraziamento nella Chiesa di San Domenico, alla presenza di tantissimi amici. Al suo arrivo in chiesa, bella serena sorridente eretta lucida sicura autonoma attenta cordiale partecipe, sinceramente mi sono commosso, anche perché è stata la prima volta che prendevo parte ai festeggiamenti per un centenario. La funzione sacra è stata presieduta dall’arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini, dall’emerito Vittorio Mondello, dal vescovo Francesco Milito e da tanti presbiteri.
Maria Mariotti nacque il 18 maggio 1915, precedendo di qualche giorno l’entrata dell’Italia nella Grande Guerra. Compiuti gli studi a Reggio, si iscrisse alla Cattolica e si laureò con una tesi su Immanuel Kant. Docente di filosofia, formò intere generazioni di alunni. Animò la vita religiosa della diocesi di Reggio-Bova. Fu attiva nell’Azione Cattolica, nelle sezioni della FUCI e del MEIC. Memore del moto paolino “Caritas Christi urget nos”, donò il suolo su cui fu edificato il centro per la cura della disabilità, intitolato ai suoi genitori Tripepi-Mariotti.
Per dare lo spessore della persona riporto il seguente brano di Gaetano Cingari, che scrisse: “Tra autorità fasciste e Azione Cattolica non era mancato qualche screzio per la questione del “distintivo” già nel periodo di Pujia (il federale D’Aloia soprattutto s’adombrava di vederne qualcuno dell’Azione Cattolica nell’occhiello della giacca di taluni impiegati), ma la presenza del nuovo arcivescovo Enrico Montalbetti aveva suscitato una più intensa attività cattolica, pur mantenuta “nell’ambito delle leggi”. Nulla di esplicitamente antifascista, beninteso, e tuttavia un lavoro organizzativo che nei metodi e nelle finalità cozzava col sistema egemone e nel quale si irrobustivano o si preparavano quadri dirigenti destinati più oltre ad una presenza critica nell’ambito stesso del posteriore rilancio del movimento cattolico democratico reggino: in particolare Domenico Lodovico Raschellà, già presidente diocesano della gioventù di Azione Cattolica, e Maria Mariotti, allora ai primi passi del suo lungo impegno”.
Vivificò la vita culturale calabrese. Qualche cenno dei suoi lavori. Diede notevole impulso alla ricerca storica con la promozione della Deputazione di storia patria, che diresse per circa vent’anni. Sul Dizionario storico del movimento cattolico italiano redasse alcune brevi biografie di scrittori reggini, tra i quali D. L. Raschellà. Pubblicò nel 1969 con l’Editrice Antenore di Padova l’opera Forme di collaborazione tra vescovi e laici in Calabria negli ultimi cento anni. Si evidenzia la raccolta di scritti intitolati Chiesa e società nel Mezzogiorno, pubblicati dall’Editore Rubbettino in onore appunto di Maria Mariotti.
Sul piano privato esterno il grande legame di amicizia di cui mi onora e la fiducia concessami. Potrei citare tanti episodi. Accenno solo al caso della delega a riscuotere la sua pensione per tanto tempo. A Maria, punto di riferimento per molti, auguro di cuore di continuare così per “multos annos” ancora.
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