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Per la prima volta nella storia del festival internazionale del cinema del Salento vince un film italiano. “Quel che resta” di Lazlo Barbo lascia un segno tangibile quale miglior film e miglior colonna sonora. “Un tributo che giunge doppio alla Calabria, spiega l’attore protagonista Giacomo Battaglia perché sia il film che le musiche parlano di questa terra”.
Le note di Sandro Scialpi, infatti, hanno emozionato e trainato ogni scena facendo sì che l’immagine e quanto narrato assumesse un significato ancora più profondo.
Ora dal 3 ottobre il film sarà nelle sale calabresi per poi giungere in tour nelle scuole di questa terra che ha tanto da raccontare. A novembre, un invito speciale a l’Aquila: “Quel che resta” parlerà il linguaggio drammatico a chi il dramma lo ha conosciuto da vicino.
Un film che oltre a Giacomo Battaglia vede nel cast attori come Franco Nero, Luca Lionello, Gigi Miseferi, Giancarlo Giannini, Rosa Pianeta, Federica Bianco, Paola Casella e tanti altri.
I componenti della giuria non hanno avuto dubbi: “Quel che resta” è il migliore film e questo sicuramente perchè capace di raccontare la storia vera di un dramma storico come il terremoto del 1908.
“Quel che resta” al pari di un libro aperto trasferisce storia e cultura. Non è, infatti, un film qualunque bensì la riproposizione di uno spaccato di vita che ha segnato la storia della Calabria e non solo.
“Se dopo la prima romana a Villa Borghese e dopo lo straordinario successo riscosso a Los Angeles, il film ha vinto il primo premio nel Salento, significa che l’idea dell’allora presidente della Film Commission Francesco Zinnato era ed è vincente”.
Questa la sintesi di Battaglia il quale si augura che da questi eventi favorevoli possano scaturirne altri.
“Sento questo film come se fosse mio figlio ed è solo per questo e non per protagonismo che ho seguito ogni sua tappa iscrivendolo e portandolo nei diversi festival italiani e stranieri ed attendendo con trepidazione ogni risultato”.
Questa l’espressione di Battaglia a cui va il merito di aver dato fisionomia a quella pellicola che altrimenti sarebbe stata una delle tante.
D’altro canto l’attore è stato sempre disponibile per migliorare la crescita cinematografica calabrese perché come egli stesso afferma “la Calabria ha grandi potenzialità che devono emergere senza esitazione alcuna”.
Con “Quel che resta” si portano avanti verità storiche che non possono e non devono essere sottaciute anche se a volte nude e crude.
E’ il caso di “Quel che resta” dove il dramma vero non è artefatto e le scene registrano la crudeltà dell’evento sismico che improvvisamente si è abbattuto sull’uomo; ma è sempre in “Quel che resta” che si evince la forza straordinaria dei sopravvissuti nel ricostruire ogni strada perduta.
Non c’è fantasia nel film ma le storie vere raccontati da due straordinari scrittori calabresi: “Racconti di un dissepolto” di Michele Calàuti e le “Baracche” di Fortunato Seminara. Questi narrano con chiarezza “Quel che resta” del terremoto e per questo, sicuramente, al film, è stato conferito il primo premio.
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