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Il mondo del Terzo Settore reggino guarda con viva preoccupazione alla situazione delle politiche sociali in Calabria. Si stima infatti in circa 40 milioni di euro il “buco” nel bilancio preventivo 2012 della regione per questo delicatissimo settore che garantisce dignità e servizi per migliaia di cittadini calabresi in condizioni di disagio o di bisogno.
Dal 2008 ad oggi i principali fondi nazionali riguardanti le politiche di welfare per i più deboli si sono ridotti di oltre 2/3, mettendo a serio rischio un sistema già precario e povero di risorse. Le diverse regioni hanno dovuto fare fronte ai tagli rinvenendo risorse proprie per garantire perlomeno la sussistenza dei livelli essenziali di assistenza. Purtroppo l’approvazione del preventivo 2012 da parte della Consiglio Regionale della Calabria dimostra che nella nostra regione tale sforzo non è stato fatto, anzi una situazione già deficitaria è stata ulteriormente aggravata da una irresponsabile ulteriore riduzione di risorse.
Al momento sul capitolo delle politiche sociali mancano in bilancio oltre 25 milioni per i servizi socio-sanitari, almeno altri 5 milioni per i servizi socio-assistenziali ed ulteriori 7-8 milioni per le non autosufficienze. Stiamo parlando di risorse che vanno a finanziare servizi già in atto e che in alcuni casi rappresentano il minimo indispensabile per garantire una vita dignitosa ad anziani, minori, disabili, tossicodipendenti che sono ospitati presso le strutture residenziali e semiresidenziali della nostra regione.
Un futuro che quindi si presenta a tinte fosche cui fa da corollario un presente ancora più drammatico.
La regione Calabria è l’unica in Italia dove non ha ancora trovato attuazionela Legge328 del 2000 istitutiva del sistema integrato dei servizi sociali. Un ritardo vergognoso di quasi 12 anni che esprime meglio di qualsiasi altro dato la scarsa attenzione che i vari governi regionali hanno avuto per le politiche sociali. Oggi, mentre nel resto d’Italia si procede ad una valutazione ed una rilettura anche critica della normativa e dei suoi effetti nel corso degli anni, in Calabria siamo ancora in attesa che venga finalmente applicata!
Ovviamente in tale stato di incertezza i Comuni, che dovrebbero essere i primi responsabili delle politiche sociali del territorio, subissati dai debiti e dai problemi, puntano esclusivamente a raschiare il barile per recuperare risorse minime per la sopravvivenza. Altro che politiche di programmazione e di integrazione! Nel frattempo a pagare sono sempre i più deboli che si vedono quotidianamente negare anche i diritti minimi di cittadinanza, mentre sempre più drammatica è l’agonia delle tante organizzazioni del Terzo Settore che continuano nonostante tutto a fornire risposte ai cittadini, senza ricevere il minimo indispensabile per andare avanti. Operatori che non ricevono lo stipendio da mesi e mesi e che si distinguono sempre meno dai poveri che assistono!
E la cosa che maggiormente stupisce è il silenzio e l’indifferenza dei più. Possibile che a nessuno importi nulla di questi figli più deboli che rischiano seriamente di vedere compromesso ogni barlume di speranza? Possibile che in questa novella Sparta tutti chiudano gli occhi di fronte alla violenta drammaticità della rupe?
Siamo convinti che il mondo del volontariato e del terzo settore abbia la responsabilità piena della denuncia e della proposta, ma siamo altrettanto convinti che non siamo i soli a dover dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini.
Noi intanto continuiamo a fare la nostra parte.
Ed è proprio perché sentiamo nostra tale responsabilità che il Comitato di Coordinamento ha deciso di convocare un’Assemblea Generale del Coordinamento, aperta a tutti i soci, gli operatori ed i volontari del Terzo Settore, ed ai cittadini che hanno a cuore le sorti del nostro territorio.
L’Assemblea, che inizierà alle 9,30 di sabato 10 Marzo presso l’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, sarà l’occasione per approfondire lo stato delle politiche sociali in Calabria e nei diversi territori della nostra provincia, e per stabilire una strategia di azione da portare avanti come Coordinamento per sensibilizzare la società civile ed il mondo politico affinché vengano urgentemente posti in essere gli atti necessari alla salvaguardia dei diritti di cittadinanza dei più deboli e dei più poveri.
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