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Il movimento politico LocRinasce, in questa fase di grave crisi economico-finanziaria del Paese, si trova costretto a constatare la scarsa sensibilità dei parlamentari italiani verso le categorie sociali più esposte ai mutamenti generati dalla crisi stessa.
Non è certo per qualunquismo o antipolitica che il movimento stigmatizza la mancata riduzione sostanziale degli emolumenti di una classe dirigente che di privilegi ne vanta abbastanza, ma per la semplice ragione che ormai il divario tra i redditi della maggioranza dei cittadini e quello dei suoi rappresentanti al governo è veramente inaccettabile.
Vi è da considerare inoltre che, se la differenza citata consentisse ai più di condurre un tenore di vita dignitoso, il divario di entrate tra le due categorie raffrontate sarebbe anche accettabile, ma purtroppo così non è, perché molta gente ormai non riesce ad arrivare nemmeno alla terza settimana del mese con la liquidità di cui dispone.
Pertanto il movimento, aderendo in maniera convinta alla raccolta delle firme per l’abrogazione dell’art. 2 della legge 1261 del 1965 (eliminazione della diaria ai parlamentari), invita tutti coloro che condividono l’iniziativa a portarsi all’ufficio elettorale del Comune di residenza, muniti di documento di riconoscimento in corso di validità, per sottoscrivere l’adesione alla richiesta di referendum.
Fa specie, infine, dover constatare che la raccolta firme, promossa dal movimento Unione Popolare, pur essendo in corso dal mese di maggio e dovendo proseguire fino al 25 luglio p.v. (data entro la quale si potrà firmare) a tutt’oggi si sta svolgendo nel silenzio quasi totale dei mass media.
Per il Comitato di coordinamento del Movimento
Francesco Mammì, Pietro Parrotta e Raffaele Ferraro
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