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Quale ratio nella scelta del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di chiudere l’Istituto a custodia attenuata di Laureana di Borrello? – si domanda il Consigliere Provinciale Pierpaolo Zavettieri – Senza alcun preavviso, con una velocità supersonica, è stato chiuso l’unico istituto considerato la punta più avanzata in tema di trattamento del sistema penitenziario italiano, il fiore all’occhiello, un modello di intervento che aveva conferito una risonanza nazionale ed europea per i risultati ottenuti in tema di rieducazione del detenuto, principio sistematicamente disatteso dalla maggior parte degli istituti penitenziari.
L’istituto ha offerto ai giovani detenuti la possibilità di aderire ad un contratto trattamentale, ha concesso ai giovani l’opportunità di scegliere il loro progetto di vita, uscendo dalla devianza e aprendosi gradualmente alla società, investendo concretamente sul recupero e l’inclusione lavorativa e sociale. All’interno dell’Istituto erano sorte attività di artigianato, tre serre, una falegnameria e un laboratorio di ceramica. L’essenza della struttura di Laureana era proprio quella di far assumere a tale iniziativa penitenziaria la valenza di “progetto pilota” poiché il vero obiettivo della rieducazione è attuabile molto di più attraverso il lavoro, espressione della dignità dell’uomo.
Oggi, questa brusca chiusura rappresenta il fallimento di un sistema perverso per cui non esiste la centralità del detenuto e la volontà dello stato di investire sul reinserimento di soggetti cui offrire una nuova occasione, al contrario si vuole sopperire alle carenze dello stesso Stato e alle situazioni di contingenza, annullando un percorso di crescita, un istituto modello che dava dignità alla Calabria, terra vessata dalla criminalità e dalla ndrangheta!
Il personale di Polizia Penitenziaria che operava a Laureana, non risolverà certamente il problema della carenza di personale presente in Calabria…ed è triste pensare di sfruttare gli uomini della Polizia Penitenziaria come a dei robot che vengono spostati solo per sopperire ad esigenze processuali.
La mia estrazione politica e formazione “garantista” mi impone di ricordare che in Italia, purtroppo, abbiamo la maggior parte dei detenuti in attesa di giudizio, il che comporta inevitabilmente un sovraffollamento carcerario spaventoso (soprattutto al sud). Pertanto, non è chiudendo i centri di eccellenza che si risolvono problemi complessi e radicati, occorrono soluzioni concrete cominciando dalla riapertura di una struttura di elevata valenza su cui tra l’altro sono stati spesi ingenti somme derivanti da finanziamenti pubblici elargiti da chi ha sin dall’inizio creduto a tale progetto.
A tal uopo va ricordato il forte impegno dell’ex Sindaco Ceravolo unitamente al compianto Provveditore delle carceri calabrese Quattrone, che negli anni novanta hanno reso possibile l’apertura dell’Istituto, e tutti quelli che, così come la mia parte politica, hanno facilitato l’affermarsi della suddetta realtà carceraria attraverso il finanziamento di molte iniziative progettuali, finalizzate al trattamento rieducativo del detenuto.
E’ proprio nel tentativo di fare massa critica, – conclude Zavettieri – unendo alla voce dei cittadini, dei Sindaci dei sindacati e di tutte le “personalità” intervenute in questi giorni a favore della riapertura del Carcere “Luigi Daga”, che in data 03 ottobre, a due giorni dalla chiusura, mi sono reso promotore, insieme ad altri colleghi, di una mozione consiliare a favore della riapertura dell’istituto di Laureana. Nella speranza che una così determinata presa di posizione di tutte le Istituzioni non rimanga inascoltata, facendo passare il principio che in regime di “spending review”, al fine di ridurre la spesa pubblica, tutto è concesso anche se si tratta di sanità pubblica, istruzione scolastica o addirittura reinserimento nella società civile di esseri umani.
Consigliere Provinciale – Pierpaolo Zavettieri – Socialisti Uniti –
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