Il Comune di Palmi non ha aderito al decreto sblocca debiti

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A margine di un lungo anno  di sbandierati successi e auto-incoronamenti, oggi vogliamo simbolicamente scomodare il famoso tapiro d’oro per consegnarlo al sindaco di Palmi.  Infatti, quello che si è verificato, per esclusiva responsabilità del Sindaco Barone e del suo entourage è quanto mai grave e sconcertante. 

I Fatti: molti  conosceranno il  decreto sblocca debiti, d.l. 35/2013 – entrato in vigore il 9 aprile scorso – Si tratta del decreto del governo con cui si anticipano alle pubbliche amministrazioni i fondi per saldare i propri debiti soprattutto nei confronti dei fornitori degli enti locali costretti ad attendere mesi se non anni per il saldo delle proprie fatture. Per l’accesso a questi fondi, Entro il 30 aprile il Comune avrebbe dovuto  comunicare mediante una semplicissima procedura, tramite il  sistema web della Ragioneria generale dello Stato, gli spazi finanziari di cui necessita per sostenere i pagamenti di debiti di parte capitale certi liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012, ovvero dei debiti di parte capitale per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento, inclusi i citati pagamenti delle province in favore dei comuni. Come è noto,  infatti,  lo stesso decreto prevede tempi   strettissimi per partecipare al primo riparto, quello di gran lunga più importante perchè distribuisce il 90% dei 5 miliardi a disposizione.    Ebbene tale termine è ampiamente scaduto e chi amministra Palazzo S. Nicola ha pensato bene di non cogliere questa importantissima occasione.
“Stessa musica” per le anticipazioni di liquidità che potevano essere erogate dalla Cassa Depositi e Prestiti agli enti a corto di cassa che avrebbero trasmesso la richiesta entro e non oltre il 30 aprile.
Si tratta, anche in questo caso, dell’art. 1 comma 13 del decreto legge 35/2013 che prevede la possibilità per gli enti locali che non possono far fronte ai pagamenti dei debiti, certi, liquidi ed esigibili maturati alla data del 31.12.2012, a causa di carenza di liquidità, di farvi fronte attraverso un’anticipazione che verrà concessa dalla Cassa Depositi e Prestiti (a chi l’ha richiesta entro il 30 aprile però) entro la data del 15 maggio 2013 con piano di ammortamento a rate costanti, comprensive di quota capitale e quota interessi, con durata fino ad un massimo di 30 anni e con tasso stabilito del 3,302%, come approvato dal Ministero dell’Economia.

Ora ci si chiede se, in un quadro di crisi economica come quello in cui verserebbe il Comune di Palmi ci si poteva permettere il lusso di perdere questa opportunità a causa di una goffa e inspiegabile “disattenzione”.

Nel recente passato, non siamo noi stati noi a essere i profeti della catastrofe ma lo stesso sindaco che più volte in Consiglio Comunale ha dichiarato lo stato debitorio del nostro comune. Allora ci chiediamo perché gli altri comuni hanno approfittato del decreto legislativo e noi no? Forse perché non ne avevamo la necessità?  Avere a disposizione la liquidità per pagare i debiti  è fondamentale per riattivare un circolo virtuoso che permetta il rispetto degli adempimenti e la conseguente potenzialità di spesa.  Ora ci tocca accontentarci degli avanzi o sperare in una riaperture dei termini che viste le innumerevoli richieste di accesso pervenute quasi da tutti i comuni limitrofi difficilmente avverrà.

In conclusione, sindaco, accetti il nostro tapiro d’oro lo divida in parti uguali con la sua giunta, non si offenda se speriamo nell’interesse DI TUTTI di non consegnarne più. Ma soprattutto non si eserciti nella solita e stantia solfa. Non dica che chi mette in evidenza le vostre gravi inadempienze non vuole bene alla città. Perché noi, e lo stiamo dimostrando alla nostra città vogliamo bene quanto lei e forse più di lei. Ad Majora.

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Author: Cristina

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