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Eravamo due semplici mamme e un giorno ci siamo ritrovate a riflettere sul valore che oggi ha l’art. 32 della nostra Carta Costituzionale, soprattutto del valore che il principio in esso racchiuso rappresenta per i cittadini dell’area grecanica alla luce della situazione che, ormai, si profila per l’Ospedale “T. Evoli”.
Da centro di eccellenza e punto di riferimento per la fascia jonica e tirrenica, è divenuto ai giorni nostri, in poco meno di una generazione, un poliambulatorio; giusto lo spazio di una generazione, quella medica e politica dei giorni nostri, che ne ha determinato la chiusura imminente, accompagnata, in ciò, dal lacerante silenzio di una comunità culturalmente e socialmente isolata e annichilita da un disincantato cinismo.
Si è riflettuto, quindi, sul perché la gente del comprensorio grecanico non ha avuto la forza di far sentire forte la propria voce, di frapporre alcuna resistenza allo smembramento ed al declino del nostro Ospedale, non rendendosi conto, a nostro avviso, che la “morte” del nostro Ospedale comporterebbe il declino di un intero comprensorio, schiacciato da realtà ben più forti quali Locri e Reggio Calabria.
Crediamo che la salute, in quanto valore intangibile di dignità e libertà personale, non può piegarsi dinanzi a logiche di appartenenza o di politica economica, soprattutto se queste sono frutto del pensare di una singola parte politica cieca e sorda che vorrebbe ricondurre le condizioni minime per la tutela della salute a freddi calcoli di efficienza economica.
Partendo da queste considerazioni crediamo necessario chiamare a raccolta tutta la popolazione in ogni sua espressione, al fine di far giungere forte la nostra protesta a chi è chiamato a decidere del futuro sanitario del nostro territorio affinché prenda atto che la salute dei cittadini prescinde da principi di gestione economica-aziendale e da un dissennato piano sanitario.
Oggi siamo tante mamme preoccupate che spontaneamente stiamo intrapendendo questa strada per unire tutte le voci che hanno a cuore non solo il futuro dell’ospedale, ma il futuro di un intero comprensorio che deve avere garantito l’accesso alle cure ospedaliere in condizioni di sicurezza.
Il comitato “mammeperunfuturo”
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