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Nuova presa di posizione del Comitato Civico “Pro Condofuri”, stavolta sulle pessime condizioni nelle quali versa la Strada Provinciale 7 che dall’innesto della SS 106, attraversando buona parte delle numerose frazioni che costituiscono il territorio comunale del centro della fascia ionica reggina, raggiunge il centro abitato di Condofuri Superiore.
Con una lettera inviata all’Assessore Provinciale ai Trasporti e Programmazione OO.PP, al Dirigente del Settore 13 Viabilità e Trasporti dello stesso Ente ed alla Commissione Straordinaria presso il Comune di Condofuri, il Comitato civico di Salvatore Tuscano evidenzia la precarietà dell’importante arteria percorsa quotidianamente da tutti i condofuresi abitanti nei numerosi agglomerati urbani disseminati su tutto il territorio comunale e ormai privi finanche dei servizi più basilari come scuole, farmacie ed esercizi commerciali se si esclude qualche bottega non sempre fornita di ciò che possa essere considerato genere di prima necessità; resiste solo a Condofuri Superiore un presidio di Guardia Medica, l’Ufficio Postale e l’Ufficio Anagrafe del Comune, per tutto il resto diventa obbligatorio raggiungere la frazione Marina ed i centri limitrofi dove trovano ubicazione uffici e servizi al cittadino.
Percorrere la strada in questione però è diventato pressocchè impossibile e sicuramente pericoloso a causa dello stato di degrado in cui l’itinerario versa ormai da tempo immemorabile nonostante le ripetute rassicurazioni pervenute in merito alla manutenzione straordinaria e soprattutto al rifacimento del manto stradale ormai devastato e sconnesso a tal punto da essere preferito, ove ve ne fosse l’alternativa, ad una pista in terra battuta; in realtà l’unica alternativa possibile per l’utenza rimane l’attesa, con rassegnazione, dei tanto pubblicizzati interventi risolutivi.
Ma finora – continua Salvatore Tuscano – si è potuto assistere solamente ad un progressivo peggioramento delle condizioni della carrozzabile, intanto per via dei lavori per la posa interrata delle condutture per la metanizzazione dell’area che impongono ovviamente l’effettuazione di scavi con il successivo ripristino dei luoghi in modo non sempre soddisfacente nonostante l’impresa aggiudicataria dei lavori sia tra le più accreditate nel settore; in tale senso non si capisce per quale motivo la posa della condotta di adduzione e gli allacci alla prossimità degli edifici siano opere effettuate in tempi diversi con disagi che si ripetono nel tempo: beninteso, nulla da eccepire per l’opera che finalmente porta l’area allo stesso livello delle zone limitrofe dove il metano è già una realtà, i disagi che qui si vuole mettere in evidenza sono quelli determinati dal prolungarsi delle attività che oltre a lasciare, come già detto, la strada in condizioni discutibili costringono gli abitanti, soprattutto quelli degli edifici prospicienti i luoghi interessati dai lavori, a respirare e vedersi le case invase da polveri di varia consistenza, un problema che alcuni tentano di arginare, con scarsi risultati, innaffiando continuamente il tratto di strada antistante.
Anche se a malincuore, guardando il lato positivo, il cittadino comunque tollera – prosegue il presidente del sodalizio civico – quello che invece sta ormai portando all’esasperazione anche gli animi più pacati è l’enorme mole di traffico generata quotidianamente dai cosiddetti “bisonti della strada”, autocarri di notevoli dimensioni, spesso carichi anche oltre il consentito, mediante i quali viene effettuato il trasporto degli inerti fluviali estratti nella parte alta della fiumara dell’Amendolea verso gli impianti di stoccaggio e lavorazione situati in prossimità della SS 106 o nei paesi limitrofi.
Questo tipo di traffico non fa che peggiorare le condizioni già precarie della strada sottoponendola a sollecitazioni continue e probabilmente sovradimensionate rispetto ai criteri costruttivi della stessa. Con la stessa missiva che abbiamo inviato agli organi competenti – dice ancora Salvatore Tuscano – abbiamo colto l’occasione per lanciare un suggerimento in merito all’eventuale interdizione al traffico sulla SP 7 a tutti gli autocarri impiegati nel trasporto di inerti, offrendo in alternativa una pista dedicata, realizzata proprio ai lati dell’alveo del torrente dell’Amendolea, lontano dai centri abitati e pertanto con a basso impatto sulla viabilità e sulla salubrità urbane.
I recenti eventi alluvionali del febbraio scorso, inoltre, hanno provocato degli smottamenti della stessa strada, in prossimità del ponte che attraversando l’omonima fiumara conduce alla frazione Amendolea e nei pressi dell’attraversamento del torrente Pisciato verso la frazione Carcara, cedimento che hanno di fatto consistentemente ridotto lo spazio della carrozzabile sino a rendere obbligatoria l’interdizione al traffico; il provvedimento è stato revocato solo successivamente all’intervento di riempimento della voragine mediante inerti senza però interventi in ordine alla messa in sicurezza del terrapieno stesso che ancora oggi, persistendo le condizioni, rappresenta un pericolo soprattutto per i mezzi pesanti, autobus in primis, che vi transitano per raggiungere Condofuri.
In ogni caso – conclude Salvatore Tuscano – è di fondamentale importanza l’immediata adozione di opportuni provvedimenti, sia in merito alla messa in sicurezza dei tratti di strada interessati dai cedimenti che in merito al rifacimento del manto stradale, almeno nei tratti sui quali non sono previsti ulteriori interventi di posa di condotte, cavi e quant’altro, al fine di garantire una viabilità degna di tale nome e soprattutto la sicurezza e la sanità a tutti i cittadini condofuresi.
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