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Negli accoglienti locali della libreria Culture ha avuto luogo il quindicesimo ed ultimo incontro del ciclo” Quattro passi …nel mondo antico…”, promosso dal CIS della Calabria e ideato dalla prof.ssa Maria Quattrone, già dirigente del Liceo Classico “T. Campanella” di Reggio Calabria. Dopo i saluti della presidente dr.ssa Rosita Loreley Borruto e una breve introduzione della prof.ssa Quattrone finalizzata ad evidenziare le caratteristiche salienti dell’età immediatamente successiva alla morte di Alessandro Magno, è intervenuta in qualità di relatrice sul tema “L’eroe ai tempi dell’identità perduta. Apollonio Rodio e la poesia ellenistica” la prof.ssa Annaida Cammarata, già docente di Latino e Greco presso il Liceo Classico “T. Campanella”.
La prof.ssa Cammarata ha contestualizzato le “Argonautiche” di Apollonio Rodio nell’ellenismo (III secolo a. C.), periodo storico della composizione dell’opera. “Caduta l’antica polis insieme con le sue istituzioni e con il senso d’identità e d’appartenenza – ha introdotto la relatrice – si affaccia l’età ellenistica, contraddittoria e culturalmente irrequieta, desiderosa di stili di vita diversi e di soluzioni nuove ai problemi esistenziali.
I regni ellenistici formatisi dopo la morte di Alessandro Magno a oriente della Grecia soppiantano definitivamente le poleis o città-stato e, quindi, il baricentro dello sviluppo e del progresso si sposta da Atene verso grandi e popolose città orientali, tra cui soprattutto Alessandria d’Egitto, ma anche Pergamo, Antiochia, vere e proprie metropoli, ricche di storia e crocevia di etnie e di culture diverse.” Il sistema poetico, anch’esso sottoposto a un significativo rinnovamento, mira ad amalgamare tradizione ed erudizione; in particolare, il genere epico, cui le “Argonautiche” appartengono, evidenzia un rapporto di continuità/rottura con l’epos omerico.
Mentre l’epos omerico o quello virgiliano appaiono caratterizzati dalla fede negli dei o in grandi incrollabili valori quali l’eroismo, l’ardimento, la ricerca della gloria, la difesa della polis e nello stesso tempo l’ossequio al Fato cioè ad una volontà esterna a quella umana, l’epos dell’età ellenistica presenta caratteri nuovi e suggestivi, più maturi e per molti aspetti più vicini alla sensibilità moderna.
A tal proposito la relatrice ha focalizzato l’attenzione soprattutto sul personaggio di Giasone, protagonista della storia, eroe “dimezzato” e quasi in crisi, e dunque “moderno”, incapace di adeguarsi a convenzioni sociali e a schemi eroici, ma incapace anche di ignorarli del tutto. Secondo l’interpretazione attualizzante della prof.ssa Cammarata, Giasone, sebbene eroe epico, ha connotati quasi decadenti e sembra anticipare la moderna figura letteraria dell’inetto, paradigma dell’uomo non integrato nei meccanismi sociali e, dunque, ripiegato su se stesso. Giasone è spesso perplesso, incerto, obbedisce quasi passivamente al compito che gli è stato affidato, cioè la conquista del vello d’oro, e ha bisogno del supporto e dell’aiuto degli altri, in primo luogo di Medea, e anche ai suoi compagni non riesce a comunicare ardimento, bensì inadeguatezza e senso di scoramento.
L’intervento, arricchito dalla relatrice con raccordi/riflessioni su opere letterarie classiche e moderno (Pirandello, Svevo, Joyce etc.) e con la lettura metrica di brani greci e latini di riferimento, si è avvalso di un’articolata e suggestiva videoproiezione, accompagnata dalle voci recitanti i brani in traduzione dei bravissimi attori Andrea Macaluso e Anna Maria De Luca. Un ampio e partecipato dibattito ha concluso l’interessante serata. Tra gli intervenuti il preside Domenico Minuto, che ha anche contribuito ad animare la discussione con spunti personali ed acute riflessioni, e il regista Franco Marzocchi, che ha proposto la diffusione in ambito scolastico di questi specifici approfondimenti utili all’arricchimento delle conoscenze della cultura classica.
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