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Il 3 maggio del 1982 veniva ucciso a Reggio Calabria l’ingegnere salernitano Gennaro Musella.
Erano le 8,20 del mattino,pochi metri ,l’apertura della portiera e di quel corpo non rimase più niente.La città tremò tutta,come in un terremoto,la macchina volò in aria ,disintegrandosi in mille pezzi ,una cortina fumogena inondò la strada in pieno centro cittadino,mentre un buio pesto colorò di nero una splendida giornata di primavera:
Il corpo dell’uomo fu straziato e ridotto a brandelli.Una mano fu rinvenuta in fondo alla via,il suo cervello appiciccato al muro di un palazzo.
Moriva così Gennaro Musella ,moriva in una terra non sua ma che aveva imparato ad amare:Era un uomo mite,un imprenditore coraggioso,un padre tenero;pagò con la vita l’aver denunciato irregolarità nella gara d’appalto per il costruendo porto di Bagnara Calabra.
Il delitto Musella è una tappa fondamentale nella storia della ‘ndrangheta calabrese,segnando l’alleanza di quest’ultima con la mafia siciliana di Nitto Santapaola.
Erano gli anni 80 ,gli anni del salto di qualità della ‘ndrangheta che si fa impresa e d inizia ad investire in droga e appalti.
La vicenda umana e giudiziaria di Gennaro Musella è rinchiusa in un libro di recente uscita :”VITTIMA DI MAFIA ,nome comune di persona”,di Ulisse Salvetore Di Palma con prefazione di Piero Grasso ,edito da Pellegrini .
A distanza di trent’anni oggi a ricordare quella strage le massime autorità dello Stato a Reggio Calabria.
Sarà il Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri a consegnare alla figlia Adriana, presidente del Coordinamento nazionale antimafia Riferimenti,la speciale targa in bronzo disposta dal Presidente Giorgio Napolitano.
Il delitto Musella appartiene alla storia della Calabria e della città di Reggio,in particolare,dove nessuno,ancora oggi ha dimenticato quel gran boato .
Questo il motivo che fa del 3 maggio,ormai da anni la giornata antimafia della regione e che vede la presenza di studenti provenienti da ogni parte della Calabria e non solo.
La giornata è caratterizzata dal colore giallo delle migliaia di gerbere che i ragazzi stringono tra le mani quasi come un trofeo da opporre alla sopraffazione mafiosa,al sangue,alla morte,nel segno del diritto alla vita e alla libertà.
La gerbera gialla divenuto fiore simbolo della lotta alla mafia,esprime il proprio messaggio di memoria ma anche di speranza nella sua solarità,finalizzato al riscatto della barbarie per la costruzione di una storia nuova.
Il fiore nato proprio a Reggio Calabria in memoria di Gennaro Musella,nella prima manifestazione antimafia della città,è stato dedicato nel ricordo di quella morte a tutte le vittime della criminalità organizzata ,quelle vittime troppo spesso dimenticate dai tribunali e dalle coscienze.
Il percorso della Gerbera Gialla che viene aperto da Procuratore Nazionale Antimafia Grasso a Reggio Calabria come da consuetudine il 3 maggio,attraverserà la penisola da sud a nord ,unendo in rete studenti di varie regioni ,nella memoria ma anche in una comune volontà di rinascità. Seconda tappa del percorso sarà Salerno,il 10 maggio p.v,città natale di Gennaro Musella.
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