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I mancati finanziamenti comunitari previsti dai PISL ( progetti integrati per lo sviluppo locale)a favore dell’area grecanica deve farci riflettere sulla qualità di una classe politica che negli anni si è dimostrata incapace di porre al centro dell’attenzione la vocazione unitaria del territorio, preferendo rifugiarsi in atteggiamenti localistici.
Il circolo politico di IDV dell’area grecanica tenta di analizzare temporalmente il processo attraverso il quale è venuto a mancare la compattezza e la capacità di far fronte unitario da parte della classe politiche locale nelle rivendicazioni di un’area tanto bistrattata negli anni passati.
Qui non si tratta di giudicare la qualità dei progetti presentati, i quali risultano elaborati da una equipé di tecnici di spessore nel panorama regionale,né tantomeno di entrare nel merito dei criteri, molto discutibili, adottati da parte dell’ente regione in sede di valutazione Basti pensare, evidenziano gli iscritti IDV, , che si è usato un approccio poco omogeneo dal punto di vista territoriale, laddove proprio gli esperti regionali invitavano a privilegiare, nelle elaborazioni progettuali, la massima adesione unitaria degli enti locali di un determinato territorio e a preferire, proprio per i punteggi da assegnare, gli interventi immateriali a scapito dei soliti interventi di recupero strutturale. Ebbene, dalla disamina delle graduatorie sembra che la Regione abbia utilizzato un metodo antitetico a quello caldeggiato.
Al di là delle questione di merito, rileva il circolo politico, il problema centrale rimane il peccato originale dell’avvenuto smembramento dell’area grecanica nell’ambito del piano turistico regionale approvato dal Consiglio regionale che ha fatto venir meno una peculiarità territoriale con tutte le conseguenze in tema di premialità dei progetti presentati.
Vorremmo ricordare, precisano gli iscritti IDV, che all’epoca solo il nostro consigliere regionale Giuseppe Giordano si oppose fermamente alla disgregazione di un territorio , presentando degli emendamenti per salvare l’area grecanica, e poi votando contro il provvedimento finale motivando la propria posizione sul pericolo che la non inclusione della stessa nell’ambito delle are a maggio attrattività turistica avrebbe provocato danni economici e sociali.
Ciò nonostante i proclami di esponenti del centrodestra che nel momento decisivo si sono eclissati adeguandosi al diktat della maggioranza. Ci si domanda come gli stessi possano gioire dell’approvazione delle graduatorie afferenti i PISL con la posizione marginale assegnata all’area grecanica della quale si ritengono alfieri.
Questo dimostra, a giudizio del circolo, come anche in questo caso l’appartenenza acritica dei vari sindaci e amministratori ai diversi partiti , salvo alcune eccezioni, ha prevalso sul bisogno di un’area in termini di rilancio ed investimenti e gli stessi esponenti locali, invece di portare avanti una forte battaglia, hanno preferito non disturbare i propri referenti politici.
In questo contesto anche gli atti propedeutici alla definizione del piano turistico regionale ha visto un disinteresse,all’epoca, della stessa Amministrazione Provinciale e in particolare dell’attuale sindaco Costantino, già vicepresidente dell’ente provinciale, il quale approvava una delibera per l’istituzione di un tavolo tecnico nella quale erano individuate come attori istituzionali rappresentanti di diverse aree mentre era assente ogni riferimento all’area grecanica, come ad esempio l’associazione dei sindaci del Basso Ionio.
Il mancato impegno successivo degli organi della provincia e degli enti locali ha fatto il resto con l’elaborazione di un piano turistico regionale nel quale l’area grecanica non era contemplata, benché in altri interventi comunitari veniva riconosciuta come area specifica.
Questi passaggi,ove ce ne fosse bisogno, dimostrano il fallimento di una intera classe politica che inesorabilmente sta trascinando un’area, quella grecanica, nel completo abbandono con indici socioeconomici da terzo mondo. Una classe politica, conclude il circolo IDV, da un lato pronta a dividersi sulla centrale a carbone che mette in discussione la vocazione turistica dell’area, dall’altro incapace di valorizzare un territorio sul quale insiste una significativa concentrazione di attrattori culturali, naturali e paesaggistici omogenei e di grande rilevanza.
Si è perso un treno importante , il problema vero è che tutto il tracciato di una rinascita si sta inesorabilmente smantellando. Andate a casa, mandiamoli a casa.
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