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Il movimento “Idea Calabria” corre verso il traguardo dei “magnifici cento”.
“Sono decine i giovani- a leggere il comunicato stampa diffuso- che continuano a scegliere liberamente un movimento che si prefigge di intercettare i bisogni del nostro territorio che sente la necessità di una nuova interlocuzione con la classe politica e dirigente rimaste ancorati al vecchio modello organizzativo finalizzato all’accaparramento del consenso”.
Un mese dopo la presentazione ufficiale, “Idea Calabria” ha provveduto alla nomina dei coordinatori della provincia reggina: a Giuseppe Cantarella è stata affidata l’area della città di Reggio Calabria, a Gaetano Bevacqua il coordinamento dell’area dello Stretto. Gli altri dirigenti sono Pasquale Pirrotta (area della Costa Viola); Leonardo Raso (area Piana alta), Domenico Marvelli (area bassa Locride), Sergio Gualtieri (area Grecanica). L’incarico ai sei rappresentanti delle aree territoriali è stato conferito nel corso di un’assemblea degli iscritti che ha registrato la partecipazione di Giuseppe Raffa (Presidente della Provincia di Reggio).
I lavori sono stati introdotti e conclusi da Pietro Borrello, coordinatore di “Idea Calabria”, il quale ha spiegato che il movimento, diversamente dalla vecchia politica, intende ascoltare i cittadini, quindi proporre la soluzione, attraverso interventi mirati, di vecchi e nuovi problemi che sono causa di arretratezza ed emarginazione di una terra dalle grandi potenzialità ambientali e umane. Durante i lavori assembleari è stato evidenziato come la società non si riconosce e non si fida più di quella classe politica formatasi alla scuola dei partiti di massa. Dai vari interventi è emersa grande preoccupazione per la scarsa partecipazione del cittadino alle scelte di governo nazionale e locale, per i continui tentativi di indebolimento dello stato sociale, per la posizione sempre più marginale delle forze sociali e per lo strapotere dei mercati e delle banche. Esiste – è stato denunciato da più parti – un vuoto di partecipazione che riduce gli spazi di democrazia. Un vuoto che potrà essere colmato dal protagonismo dei giovani che vivono quotidianamente le problematiche della comunità di appartenenza e che, rispetto al passato, diventino gli artefici dei più importanti progetti di sviluppo.
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