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“Stia tranquillo il Consigliere regionale Bilardi, non abbiamo ammainato, e non abbiamo nessuna intenzione di farlo, la bandiera del garantismo, un principio sacrosanto che, a differenza di quanto avviene dalle sue parti, applichiamo agli amici al pari dei nostri avversari politici”.
E’ quanto dichiarano in una nota congiunta Nicola Carnovale, membro della Segreteria nazionale dei Riformisti Italiani e Gianpaolo Catanzariti, Coordinatore regionale del succitato Movimento in merito alla nota di replica del Consigliere Bilardi alle dichiarazioni espresse durante la conferenza stampa di presentazione reggina dell’organizzazione guidata da Stefania Craxi.
“A leggere l’abbozzato e sconclusionato tentativo di replica – proseguono i due esponenti riformisti – viene in mente il vecchio adagio latino “excusatio non petita, accusatio manifesta”. Infatti, nessuno, come correttamente riportato dagli organi di informazione, ha inteso sostenere la tesi dello scioglimento tout court del Comune di Reggio. E ciò, non certo per lesa maestà ed agitando gli spettri di improbabili quanto strumentali complotti contro la Città di presunte lobby la cui presenza, semmai, va ricercata laddove risiede la gestione del potere e non certo altrove, ma ponendo una riflessione critica e propositiva su una misura che rappresenta di per sé un fatto traumatico ed una sospensione della vita democratica di una intera comunità indicando quale soluzione possibile la strada dell’intervento sulle responsabilità dirette e personali e non quella di un provvedimento collettivo che faccia di tutta l’erba un fascio. Chiediamo, però, dov’erano questi novelli campioni del garantismo e perché non si sono levate le loro voci quando si scioglievano, per motivazioni molto più risibili e talvolta inesistenti, piccoli comuni del reggino e della Calabria?”
“Inoltre – proseguono Carnovale e Catanzariti – ci fa piacere che il Consigliere Bilardi, rompendo l’ortodossia presidenziale in materia, riconosca la giustezza della battaglia garantista che la lista socialista ha inteso condurre nell’imminenza della scorsa tornata regionale rispetto alle cui posizioni non intendiamo minimamente indietreggiare. Semmai, anziché teorizzare un inesistente cambio della linea garantista di noi riformisti, dovrebbe registrare i disinvolti e strumentali cambi di posizione, senza alcuna revisione critica ed un mea culpa, di taluni paladini dell’antimafia e di quel “Codice etico” utile per i titoli dei giornali, ma del tutto inidoneo, come da noi vanamente denunciato, a colpire i fenomeni di commistione”.
“Quanto alla Regione non più “pollo da spennare” – concludono gli esponenti riformisti – il Consigliere Bilardi ha il nostro plauso ed il nostro sostegno, ma, onde malauguratamente non incorrere in quei peccatucci di linearità e coerenza, farebbe bene ad emulare il personaggio wildiano Dorian Gray, e così, guardandosi allo specchio, spiegare prima a se stesso, e subito dopo ai calabresi, come mai la lista in cui è stato eletto percepisce a titolo di rimborso elettorale quasi 1.000.000 € a fronte di una spesa certificata di poco più di 51.000 e, dopo questo, magari informi dell’esatta consistenza e dell’impiego degli ulteriori fondi destinati al suo Gruppo regionale, quasi 400.000 € annuali, di cui lui stesso è gestore e controllore”.
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