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Dalila Nesci ha depositato alla Camera una lunga interrogazione sui rifiuti in Calabria, concepita con Federica Dieni e Paolo Parentela, suoi colleghi parlamentari Cinque Stelle della stessa regione. In tutto sono sessantuno i deputati grillini che stavolta hanno firmato, a sostegno della Calabria, pur eletti altrove, come su altre urgenze: legalità, lavoro e tutela rispetto ai crimini bancari.
«Il tema dei rifiuti è bollente in Calabria, una bomba», precisa Nesci, che ammonisce sul «pericolo di controllo mafioso dei relativi servizi».
Nell’atto di sindacato ispettivo, si chiede dove siano finiti i soldi dell’emergenza rifiuti, nel complesso oltre un miliardo di euro, «con cui – tuona Nesci – è stato risolto nulla, a partire dalla raccolta differenziata, indispensabile e agli atti obbligatoria».
L’interrogazione si caratterizza per la sua estrema precisione: è un dossier impietoso «sull’inganno nei confronti dei cittadini», rimarca Nesci, che aggiunge: «I sedici anni di emergenza rifiuti hanno prodotto dodici commissari, un miliardo e quattrocento milioni di euro e dubbi, esborsi non contestati, inquinamento spaventoso e l’idea diffusa di una pubblica amministrazione ingorda».
Nesci, Dieni e Parentela segnano un altro passo: a commento denunciano il trasferimento di risorse umane dall’ufficio del commissario al dipartimento Ambiente della Regione Calabria, «con ulteriore aggravio di costi e il paradosso di un organico – dicono – che include chi partecipò al fallimento dell’emergenza».
Nesci prosegue: «Abbiamo chiesto anche quali azioni, al fine di concorrere a un’adeguata informazione sulla raccolta differenziata e sul riciclo, possano attuare i ministri interrogati». «Denuncia e proposta», sottolineano i tre deputati calabresi Cinque Stelle, che del coinvolgimento di tanti colleghi hanno fatto un segno distintivo, «visto che – concludono – la Calabria deve uscire dall’isolamento».
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