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Riceviamo e pubblichiamo:
Fate bene a chiedere la stabilizzazione.
La stabilizzazione?
Ma noi siamo stati assunti (tra i pochi in Calabria) previo superamento di un concorso pubblico e da oltre vent’anni siamo dei funzionari regionali.
Questa, On.le Trematerra è solo una delle tante conversazioni nelle quali ci imbattiamo quotidianamente per andare incontro alla consapevole volontà di sapere dei cittadini calabresi mentre il potere politico continua, imperterrito, a dichiarare una grande disponibilità al dialogo purchè non si metta in discussione la grande meta da raggiungere: la privatizzazione dei Servizi in Agricoltura.
La privatizzazione, se si vuole una discussione non formale, non deve essere un dogma perché, in tal caso, il gioco democratico da formale diventa falso.
Lei, assessore, raccoglie, da tempo, la protesta di tutti noi divulgatori e del personale vario della funzione pubblica dell’ARSSA ed è consapevole dell’opposizione, alla sua proposta, dei maggiori sindacati e di una gran parte del consiglio regionale il quale si chiede come mai, da una parte ha sostenuto il passaggio dal privato al pubblico della Fondazione Campanella mentre, per i Servizi in Agricoltura, vuole fare il contrario.
Questa è la realtà che ha davanti e la rigidità delle posizioni da Lei assunte cozza violentemente contro la volontà dei cittadini la quale dovrebbe essere rispettata soprattutto da chi , come Lei, ha un ruolo decisionale.
Molti politici amano commissionare dei sondaggi per verificare l’accettabilità sociale di una proposta, un po’ per tutelarsi, un po’ per essere certi di non rischiare l’impopolarità.
Non avendolo commissionato Lei, questa volta il sondaggio l’abbiamo fatto noi e sul campione da noi testato, seppur in modo informale, è risultato che la stragrande maggioranza degli interessati vuole conservare il proprio status di pubblico dipendente e desidera ardentemente, insieme agli utenti, che i Servizi in Agricoltura rimangano pubblici e vengano liberatati da tutte quelle strutture improprie che, nell’ARSSA, hanno costituito la cosiddetta “zavorra” termine che i politici senza coraggio, proprio per disinformare, hanno definito, con un gioco lessicale ingiustamente massificante, “baraccone”.
Egregio assessore, andremo allo sciopero perché i cittadini capiscano che non si può dedicare solo una parte infinitesimale del bilancio dell’ARSSA (15-20%) per i servizi alle aziende agricole sul territorio mentre il restante viene impiegato per attività improprie o peggio per compiti dismessi da decenni.
Distinti saluti
Il Comitato FP ARSSA
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