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Ancora cinema arabo e ancora riflessioni sul Medio Oriente in programma domani, per la seconda giornata dell’Horcynus Festival. L’appuntamento è sempre alle 10.00, nell’Aula magna della Facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea.
Archiviato il focus sul’Iraq e il Kurdistan di stamattina, con la proiezione di quattro cortometraggi e l’accorata ma al tempo stesso lucida riflessione sulle sorti geopolitiche dell’area, che ha visto studenti e docenti della Mediterranea dialogare con il giornalista curdo-iracheno Erfan Rashid (direttore artistico della sezione “Mare di Cinema Arabo” dell’Horcynus nonché direttore del programma arabo del Dubai Film Festival), mercoledì i fari saranno puntati sul Libano. E una testimonianza che arriverà direttamente dal Paese dei cedri sarà quella di Toufic Kreich, regista libanese ospite delle proiezioni e protagonista del dibattito.
Due le pellicole che verrano presentate al pubblico dell’Horcynus Festival edizione invernale: Void di Tarek Korkomaz, Zeina Makki, Jad Beyrouthy, Christelle Ighniades, Salim Haber, Maria Abdel Karim, Naji Bechara (Libano, 2013) e Troubled Waters di Toufic Khreich (Libano, 2013).
Il primo è un film che racconta la vigilia di un sit-in in piazza del Parlamento a Beirut, con protagoniste sei donne di età diverse che aspettano il ritorno dei loro figli, fratelli, mariti o amanti scomparsi dopo la guerra civile. Le accomuna la ferma volontà di presentare una petizione per chiedere che si faccia chiarezza sui loro uomini scomparsi. E intorno all’attesa di questo ritorno, piena di incertezza e speranza, ruota la loro intera vita. Il secondo, invece, è un cortometraggio incentrato sulla storia di un libanese, Iskandar, che dopo essere stato lontano da Beirut per 27 anni torna per incontrare il padre. Un ritorno alle radici ossessionato dai ricordi di infanzia e dalla voglia di riscatto per la propria terra.
“In Medio Oriente è come se ci fosse un barile di tritolo che minaccia di esplodere da un giorno all’altro – ha detto Erfan Rashid, direttore artistico della sezione “Mare di Cinema Arabo” dell’Horcynus Festival – Come Fondazione Horcynus Orca siamo convinti che intellettuali e artisti, giovani e donne possano avere un ruolo determinante per la pacificazione dell’area mediorientale, con tutte le sue peculiari caratteristiche regionali. Per risolvere la questione irachena, come quella libanese, come quella curda, come quella iraniana, non servono droni da parte della comunità internazionale ma la stessa costanza, lo stesso impegno culturale, la stessa lungimiranza con cui è stata combattuta la battaglia contro l’apartheid in Sud Africa e il comunismo nell’Europa dell’Est”.
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