Questo post é stato letto 21540 volte!
Il riconoscimento in capo ad ogni studente del diritto allo studio è volto a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che di fatto limitano l’uguaglianza dei cittadini nell’accesso all’istruzione superiore ed, in particolare, a consentire ai capaci ed ai meritevoli di raggiungere i più alti gradi degli studi. Queste finalità, a norma dell’art. 3 della legge regionale n. 34 del 10 dicembre del 2001 (“Norme per l’attuazione del diritto allo studio universitario in Calabria”) sono, o meglio dovrebbero essere, realizzate mediante l’erogazione di servizi e benefici che vanno dalle borse di studio agli alloggi, alla ristorazione, ai trasporti, ai prestiti d’onore, all’informazione ed orientamento al lavoro ed altri.
Nella realtà dei fatti, all’Università Magna Graecia di Catanzaro, questi servizi vengono garantiti ad un esiguo numero di studenti, in virtù di criteri di selezione fondati principalmente sui dati Isee. Invece sono numerosi gli studenti parimenti in difficoltà che rimangono senza aiuto, precisando che, specie in questo periodo di crisi economica, tutti gli studenti hanno necessità di essere supportati.
Sono per davvero scarsi i servizi resi agli studenti, con il conseguente aggravio di spesa a loro, o meglio a nostro, carico (anch’io sono uno studente): paghiamo il trasporto pubblico; non esiste una mensa; paghiamo i libri, senza sconti; l’alloggio è a nostre spese. Addirittura chi, come me, abita a Lamezia, è nei fatti obbligato ad utilizzare la macchina per la quasi totale assenza di tratte coincidenti con gli orari delle lezioni.
Al netto di ciò, dov’è il diritto allo studio? Dov’è la valorizzazione del giovane capitale umano calabrese? Se qualcuno chiedesse ad uno studente di Germaneto sul “diritto allo studio”, state sicuri che questi risponderebbe senza esitazione: “100 euro all’Ardis”, senza far alcuna menzione dei servizi. Anzi no, 140 euro, perché, in applicazione del D. L.vo n.68 del 31 marzo del 2012, la tassa sul diritto allo studio è aumentata da 100 a 140 euro, ossia del 40 per cento. Oltre il danno, la beffa.
Noi studenti abbiamo il diritto di sapere perché dobbiamo affrontare sacrifici superiori rispetto ai ragazzi delle altre Regioni, perché la tassa aumenta senza alcuna prospettiva di miglioramento dei servizi, e cosa sta facendo il Governo e la classe dirigente calabrese per migliorare la situazione.
Inoltre, la Calabria è l’unica Regione, assieme a Piemonte e Liguria, a pagare una tassa superiore a 120 euro. Vogliamo spiegazioni, pretendiamo di poter usufruire concretamente del diritto allo studio, reclamiamo equità sociale e servizi efficienti: li paghiamo. Siamo disposti a sacrificarci, ma senza che ci venga negato quel che ci spetta di diritto.
Il futuro siamo noi, abbiamo il diritto ed il dovere di scriverlo. Date a tutti noi l’opportunità di poterlo scrivere, non ad una elite, siamo in democrazia.
Guido Ferrari,
Componente Commissione Politiche Giovanili FLI Calabria
Questo post é stato letto 21540 volte!