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Dalla Calabria tre esperienze virtuose per uscire dalla crisi globale e immaginare un futuro sostenibile per il pianeta. Legambiente parte dalla forza dei territori, e in particolare dalla punta dello Stivale, per lanciare la sfida della green economy in vista del summit internazionale di Rio+20, che si terrà in Brasile dal 20 al 22 giugno. L’unicità del bergamotto dell’Area Grecanica, l’accoglienza eco-solidale dei migranti a Riace, l’agroenergia della Fattoria della Piana di Candidoni sono tre delle fotografie – insieme a tante altre storie da Nord a Sud – di un’Italia che ha saputo trovare dal basso l’antidoto alla drammatica crisi economica che attanaglia il Paese e alla crisi ambientale globale.
È questo il senso della giornata “La forza dei territori, verso Rio+20” che venerdì 15 giugno ha visto a confronto a Roma, nella splendida sede di Palazzo Ruspoli, esperti e studiosi, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni, i volti dell’associazionismo e le migliori energie ambientaliste. Un convegno di livello in due fasi – con l’intervento tra gli altri del presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, del direttore Rossella Muroni, del presidente dell’Istat Enrico Giovannini e in collegamento dal Brasile del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini – e la mostra “Zone Attive, Fare economia nel rispetto del Pianeta e delle persone”, realizzata col contributo di Coou, consorzio obbligatorio oli usati, per mettere in vetrina le perle della green economy.
LE TRE PERLE REGGINE
Mentre a Rio, a 20 anni dal primo summit sull’ambiente, si cercherà di dare concretezza allo sviluppo sostenibile, c’è chi già ora in provincia di Reggio Calabria dà vita ad economie reali tutt’altro che distruttive dell’ambiente e dei rapporti sociali. È il caso dell’accoglienza eco-solidale di Riace, dove i rifugiati provenienti da mondi lontani trovano calore umano e un lavoro compatibile con la natura, come ad esempio l’artigianato etnico nelle botteghe del mondo o la raccolta differenziata a dorso di mulo.
È il caso della Fattoria della Piana, un caseificio ultratecnologico tappezzato di pannelli fotovoltaici, dotato di un impianto a biogas che trasforma gli scarti dell’agroindustria locale in elettricità e calore, fornito di un impianto di fitodepurazione delle acque reflue. Ma la perla verde della Calabria è senza dubbio la filiera agricola d’eccellenza mondiale del bergamotto, agrume dalle qualità eccezionali che cresce esclusivamente lungo gli 80 km della fascia ionica dell’Area Grecanica. Un vero e proprio tesoro verde: dà lavoro a oltre 7mila addetti delle 650 aziende agricole impiantate nella zona, senza considerare l’indotto.
L’ORO VERDE E IL RISCHIO CARBONE
È stato proprio il bergamotto calabrese il principe della giornata nazionale di Legambiente dedicata alla green economy. Prima di poter annusare le essenze e gustare dolci, succhi e liquori dal sapore unico – un rinfresco offerto dai produttori reggini – gli ospiti dell’iniziativa ambientalista hanno approfondito l’argomento ascoltando le parole del presidente del Consorzio di tutela del bergamotto Ezio Pizzi, che ha raccontato delle difficoltà del passato e delle sfide per il futuro, dal crollo del mercato causato dai prodotti sintetici al riconoscimento del marchio Dop e al rilancio in grande stile.
“Tra le prime voci dell’esportazione regionale – ha detto l’avvocato Pizzi – il bergamotto è una realtà fondamentale per la nostra economia, una filiera agricola che produce e dà lavoro pulito, e che punta ad aumentare di 4 volte la produzione nei prossimi dieci anni”. Una realtà florida che rischia però di scomparire per sempre. “Testimonial di biodiversità coi suoi 354 elementi chimici che lo distinguono dagli altri agrumi – ha spiegato Nuccio Barillà, storico ambientalista calabrese membro della segreteria nazionale – il bergamotto è l’essenza di territori e luoghi antichi che hanno trovato una splendida armonia tra l’agricoltura di qualità, i progetti di recupero dei vecchi borghi, il turismo sostenibile e la cultura dei saperi tradizionali. Un mondo delicato che rischia di essere cancellato dal progetto scellerato di costruzione di una centrale a carbone a Saline Ioniche, nel cuore dell’Area Grecanica”.
“L’affermazione delle esperienze calabresi di green economy – ha dichiarato Francesco Falcone, Presidente di Legambiente Calabria – è un’ulteriore soddisfazione per il movimento ambientalista, che da anni si spende per far emergere le potenzialità del territorio e valorizzare le buone pratiche, con iniziative dal respiro regionale come la carovana CAraLABRIA o nazionale come la manifestazione Voler bene all’Italia”.
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E’ certamente opportuno valorizzare questa importante essenza, il Bergamotto, che la natura ha regalato all’area Grecanica e che da sempre da lavoro ad un’ampia schiera di agricoltori calabresi.
Quello che invece appare inconcepibile e certamente frutto delle immotivate ed abituali “ossessioni” da parte dell’ambientalista Barillà, è l’ipotesi che la costruzione del modernissimo impianto di produzione elettrica nell’area industriale di Saline Joniche possa danneggiare e/o porsi in alternativa alla produzione del Bergamotto.
Evidentemente, la non conoscenza delle moderne tecnologie, che oggi consentono di produrre quel bene essenziale che è l’elettricità, con impianti avanzati e studiati apposta per ottemperare alle restrittive direttive europee sulle emissioni e quindi consentire l’uso del Carbone in maniera del tutto ambientalmente sostenibile, porta a tale illogica posizione.
Sembra quasi che tali personaggi vogliano impedire al territorio ed alla popolazione dell’area di progredire e trovare l’opportunità di uno sviluppo che vada di pari passo anche con la realizzazione di investimenti ed iniziative produttive industriali che da sempre mancano in quel territorio e ne condizionano quindi l’evoluzione.
Invitiamo quindi gli “ambientalisti” a fare un salto di qualità ed a documentarsi dove tali moderni impianti di generazione elettrica alimentati a Carbone sono abituali e numerosi, per esempio in Germania od in Danimarca, il Paese considerato più attento all’ambiente in Europa.
Leggendo certe espressioni, chissà perchè viene alla mente il famoso aforisma di Einstein, che recita:
“E’ più facile spaccare un atomo che superare un pregiudizio”.