Questo post é stato letto 23260 volte!
“E’ stato di vitale importanza portare in scena questo spettacolo che parla soprattutto di un viaggio fisico e morale, che mette in discussione la nostra esistenza e ci invita ad abbandonare il relativismo in cui viviamo per affacciarci al mondo con gli occhi degli altri”. Così Mohamed Ba, attore protagonista insieme ad Enzo del Liguoro, dopo la prima dello spettacolo “Odissea Cabaret” che venerdì sera, davanti ad un pubblico di più di duecento abbonati, ha aperto la stagione al Teatro Zanotti Bianco di Reggio Calabria.
“Stiamo cercando di realizzare per il secondo anno consecutivo – ha spiegato la direttrice artistica di Scena Nuda Teresa Timpano- un percorso culturale che apra al confronto nazionale ed internazionale in cui la Residenza teatrale sia un luogo d’incontro e di scambio d’opinioni”.
Prodotta dalla Compagnia Teatrale Scena Nuda e dal Centro Studi Quasimodo per la regia di Nicoletta Robello e il testo di Laura Tassi, la rappresentazione liberamente tratta da L’Odissea di Omero prende voce con due personaggi: un barbone/Atena (de Liguoro) che rimpiange i vecchi tempi in cui la sua saggezza era utile a qualcuno e un cameriere Nessuno (Ba) disilluso e afflitto dai problemi con la moglie, il figlio, la madre, l’azienda per cui lavora e l’acqua per cui manifesta un terrore atavico. “Uno spettacolo eterogeneo – ha commentato il talentuoso de Liguoro nel post – che riprende la nostra quotidianità, le incertezze che ognuno di noi vive nel proprio presente, facendoci riflettere su ciò che veramente è essenziale ma, anche sulle nostre radici”. E gli attori per non dimenticare, in scena si servono dei loro dialetti, rimpastano parole, conducono strepitosamente dibattiti in lingue differenti non dimenticando mai l’animus che li lega: il viaggio.
“Ognuno di noi – ha continuato de Liguoro- può essere rappresentato da Ulisse che cerca di tornare alla propria Itaca, da Atena abbandonata dal padre o da quella mancanza di coraggio che ci porta a scappare per tutta la vita”. “ Partire – ha detto Ba- significa fare una vita sacrificata per riuscire a garantire a chi rimane quello che fino ad allora si poteva solo sognare. Spesso si affrontano mare e deserto solo per il lusso di poter invecchiare”. E nel bar, in un giorno di pioggia, finalmente il barbone/Atene riprende il mito di Ulisse e lo fa rivivere in scena per dimostrare al cameriere Nessuno ciò che forse a lui manca. I personaggi di Omero vengono così rievocati, alcuni sono portati in scena fisicamente come Nausicaa, proprio come uno spettacolo di cabaret in cui il monologante si serve di tutti gli elementi presenti, pubblico compreso, per trasformarli in personaggi utili al racconto. E il pubblico attento e partecipe resta con il fiato sospeso per poi applaudire quando l’antieroe Nessuno riesce a reagire e ad intraprendere un viaggio di “virtute e conoscenza” pur rimanendo fermo al tavolino del bar.
Dominella Trunfio
Questo post é stato letto 23260 volte!