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La Calabria rischia un’implosione sotto il profilo dell’organizzazione sanitaria, ci sono interi territori che non hanno alcuna garanzia. Oggi sono presenti i sindaci del Reventino, vogliono essere ascoltati e vogliono lanciare un grido di allarme perché hanno un territorio nel quale il diritto alla salute è messo fortemente in discussione ma tanti altri territori della Calabria hanno questi stessi problemi.
Noi non vogliamo fare un ragionamento sui parametri sui quali ci sarebbe da sancire una profonda bocciatura sia nei numeri che nei provvedimenti. Non si può andare a colpi di decreti, il piano di rientro non è un alibi. Noi dell’idv siamo in questa assise per condividere delle responsabilità, non può essere spogliato il consiglio regionale, ne’ tanto meno la commissione sanità, cosi, come avviene sistematicamente. Chiediamo che ci sia una cultura dell’ascolto sul territorio che in questi venti mesi è mancata.
Vorrei sentire parlare di audit, risk management, distrettualizzazione, ossia di quel patto che deve vedere la continuità assistenziale affrontata in maniera organica, in maniera reale, e soprattutto che ci sia una sanità a misura di cittadino. Su questo vorremo confrontarci e dare il nostro contributo. Effettueremo il giro ricognitivo di tutte le realtà ospedaliere e sanitarie territoriali calabresi, che concluderemo nella città di Reggio Calabria, conclusa la ricognizione elaboreremo una nostra proposta con la quale ci vogliamo confrontare organicamente con questo piano regionale”.
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