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L’arrivo di 3,3 milioni di euro per l’autorità portuale di Gioia Tauro da parte del Ministero dello sviluppo economico su un fondo complessivo di 80 milioni di euro dimostra, ove ce ne fosse bisogno, la scarsa attenzione del governo nazionale sullo scalo portuale gioiese.
Il consigliere regionale Giuseppe Giordano commenta negativamente la notizia del finanziamento erogato se quest’ultimo viene rapportato alle risorse ben più corpose destinate ad altri porti nazionali come quelli di Genova ,Savona e Civitavecchia. Le somme stanziate ,sottolinea l’esponente regionale , dovrebbero rappresentare la compensazione dei minori introiti derivanti dall’azzeramento delle tasse di ancoraggio, ma ci si chiede quali criteri siano stati utilizzati nella istruttoria che ha portato alla ripartizione dei fondi e che lascia al porto di Gioia Tauro delle briciole rispetto alle altre realtà della penisola.
La tanta sbandierata autonomia finanziaria dei porti non può determinare delle iniquità nell’utilizzo dei fondi con una struttura portuale, quale quella di Gioia Tauro, condannata sistematicamente al ruolo di Cenerentola, mentre, stranamente, altre infrastrutture ricevono maggiori attenzioni.
A questo quadro desolante si aggiunge, rileva il consigliere regionale, la preoccupante situazione provocata dai rincari delle tasse portuali in seguito al decreto interministeriale Trasporti Finanze che ha adeguato gli importi dei tributi portuali con aumenti del 30% quest’anno e di un ulteriore 15% dal 2014 delle tasse di ancoraggio e delle tasse sull’imbarco e sbarco delle merci nei porti. Insomma, conclude Giordano, una combinazione negativa che rischia di far allontanare dal nostro paese e in particolare dal porto di Gioia Tauro, che non riesce ad usufruire di stanziamenti governativi più corposi, i grandi gruppi armatoriali internazionali.
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