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Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa a Milano nel 2009 e il cui corpo fu bruciato, doveva essere cancellata ”dalla faccia della terra” anche ”disperdendone ogni traccia materiale”, secondo il piano dell’ex compagno Carlo Cosco.
Lo scrive la Corte d’Assise d’Appello di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui ha confermato l’ergastolo per Cosco e per altri tre.
Secondo i giudici, tuttavia, ”le modalità di esecuzione dell’omicidio restano sconosciute”.
(ANSA)
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