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Ha fatto bene l’organizzazione sindacale della CGIL calabrese a portare il 22 giugno a Roma, sotto il palazzo delle Ferrovie dello Stato, il malessere dei cittadini della nostra regione costretti a subire la negazione del diritto alla mobilità. Pertanto la giornata di mobilitazione incontra il convinto sostegno del Partito Democratico reggino.
Gli Indici di dotazione infrastrutturale basati sui tempi di trasporto ferroviari collocano Reggio Calabria in coda all’83° posto.
A causa del progressivo disimpegno in atto, il sistema della viabilità e del trasporto di merci e passeggeri in Calabria sconta un pesantissimo quadro di persistenti ritardi e di inefficienze nei lavori di ammodernamento e sviluppo della rete infrastrutturale regionale tale da provocare un isolamento ed una marginalità del nostro territorio non più sopportabili.
Per quanto riguarda i collegamenti ferroviari a lunga percorrenza, le strategie industriali di Trenitalia hanno condotto alla soppressione di molti treni a lunga percorrenza, determinando un drammatico isolamento ferroviario in particolar modo della Locride, i cui cittadini per spostarsi in direzione Centro o Nord Italia sono costretti a raggiungere con altri mezzi le stazioni ferroviarie del versante tirrenico.
Per quanto concerne poi i collegamenti regionali, il parco rotabili sconta a causa della sua obsolescenza, enormi problemi di manutenzione, provocando quotidianamente la soppressione di treni regionali e anche dei collegamenti per i pendolari.
La soppressione dei numerosi collegamenti a lunga percorrenza si aggiunge ad una scarsa qualità dei servizi resi e si colloca in un contesto territoriale rimasto fuori dai progetti di Alta Velocità e di Alta Capacità.
A ciò si aggiunga che l’infrastruttura ferroviaria calabrese è in uno stato critico ed in pessime condizioni di manutenzione, mentre i collegamenti regionali su ferrovia vengono ridotti ad ogni cambio stagionale dell’orario dei treni.
Non si può inoltre tacere come il disimpegno di Rfi assieme alla debolezza e alla sostanziale inazione della Giunta regionale stiano mettendo a serio rischio qualsiasi possibilità di rilancio del Porto di Gioia Tauro. Difatti, da un lato la decisione di Rfi di sospendere le procedure di affido dei lavori in atto relativamente all’APQ sull’area portuale, dall’altro la mancata assegnazione del bando per la realizzazione del terminal intermodale ferroviario, evidenziano l’assoluto disinteresse verso il futuro di una struttura di eccellenza e strategica qual è il porto di Gioia.
Se a tale quadro si aggiungono i tagli apportati dalla Giunta regionale al trasporto pubblico locale che hanno isolato decine di comuni, penalizzando in particolar modo studenti e lavoratori pendolari, nonché la chiusura delle linee Taurensi, si coglie in tutta la sua drammaticità l’isolamento di un territorio già in seria difficoltà.
Crediamo, dunque, che l’importante giornata di mobilitazione sindacale romana del sindacato calabrese debba servire a far rivedere le strategie e le scelte penalizzanti operate fino ad oggi dalle Ferrovie dello Stato nei confronti del nostro territorio, verso il quale dovrà invece essere perseguita una efficace politica del trasporto ferroviario nazionale e regionale capace di assicurare una mobilità sostenibile delle persone e delle merci.
Si tratta di una condizione imprescindibile affinchè lo sviluppo economico, turistico e territoriale della nostra provincia e della Calabria possa effettivamente affermarsi.
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