Giovanni Alvaro sulla sentenza di condanna di Berlusconi

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‘Le sentenze non si discutono’ è la frase che più echeggia in questi giorni. Non c’è, infatti, militante di sinistra, o cittadino psicologicamente antiberlusconiano che non vi faccia ricorso ripetendola continuamente. A qualsiasi argomentazione pro Cav, espressa da militanti moderati o da giuristi super partes, si risponde infatti ‘però la sentenza c’è e va rispettata’ come a dire ‘se un tribunale l’ha emessa non ci interessano i pregiudizi che forse l’hanno determinata’ essa non può che essere rispettata con tutte le conseguenze che produce.

Questo atteggiamento non può essere condiviso non tanto perché le conseguenze creano danni incalcolabili al Paese e perché per una identica situazione, con il coinvolgimento di altri leader (per esempio Berlinguer, Togliatti, Longo), alti e forti sarebbero echeggiati i lai dell’attentato alla democrazia, amplificati a dismisura dai plotoni d’assalto dello spettacolo, della satira e della cultura, determinando una mobilitazione da guerra civile; ma soprattutto perché se emerge che la sentenza è frutto di pregiudizio (giudizio maturato al di fuori e prima dello stesso processo) è assurdo che debba essere rispettata una sentenza che, a dir poco, sembra letteralmente emessa da uno di quei tribunali speciali che imperversavano durante il regime fascista in Italia o venivano utilizzati nella Russia sovietica.

Si da il caso che già Stefano Lorenzetto, con un scioccante articolo, abbia svelato il livello delle discussioni da bar sport a cui partecipava l’ormai famosissimo giudice Esposito seduto ad un tavolo del ristorante ‘Le Due Torri’ di Verona assieme a diversi commensali. Le frasi da bar sport, ma di gravità inaudita, sono ormai di dominio pubblico e sono riferite a Berlusconi dimostrando quanto fosse ‘apprezzato’, dal giudice Esposito, il leader del centrodestra. Ma pur essendo sostenute da testimonianze di peso, il fatto che il giornalista Lorenzetto scrivesse sul Giornale, offriva agli antiberlusconiani frecce al proprio arco anche se di debolissima consistenza.

Adesso però la testimonianza nuova, che aggrava la posizione del presidente feriale di Cassazione, viene dal un suo amico Castiello, che dichiara che, durante una cena da lui organizzata, parlando del Cavaliere il nostro Esposito sarebbe arrivato a dire che “Berlusconi mi sta proprio sulle palle, ma se mi dovesse capitare a tiro gli faccio un mazzo così”. Parole gravi che dimostrano quanto il nostro impavido giudice ‘amasse’ Berlusconi. Immediata e netta la smentita di Esposito che respinge l’accusa dichiarando di non aver mai pronunciate quelle parole e addirittura minacciando querele contro il Giornale. La toga Esposito, però, non poteva mai pensare che l’altro ospite d’onore assieme a lui, (l’attore Franco Nero) avrebbe potuto confermare totalmente la versione dell’imprenditore Castiello.

Non poteva pensarlo perché lui stravede per l’attore tanto che alla cena in Calabria ha fatto sfoggio di conoscere tutti i film di Franco Nero e di poter ripetere le battute più salienti di detti film. Gliene mancava solo uno perché, sembra, non adeguatamente programmato in Italia per cui l’attore si sentì in dovere, data la palese passione della toga per i suoi film, di dargli in omaggio una copia de ‘L’Escluso’. Mai e poi mai si aspettava che Franco Nero testimoniasse contro di lui confermando totalmente quanto detto da Castiello e regolarmente pubblicato su Il Giornale. La conferma ribadisce che Esposito nutriva un odio personale contro il Cavaliere.

Ma se le cose stanno così quale sentenza va rispettata, signori antiberlusconiani, e signor Presidente della Repubblica? Una sentenza che ha avuto per protagonista, e non doveva esserlo perché doveva astenersi dal far parte del collegio giudicante, un giudice le cui posizioni pubbliche erano un inno al pregiudizio non tollerabile nel diritto del nostro Paese. E Berlusconi dovrebbe chiedere la grazia per una sentenza che andrebbe totalmente annullata? Ma siate seri. Come vi sareste comportati se ai tempi di De Gasperi fosse stato messo sotto inchiesta e condannato al carcere il Migliore (come veniva chiamato Togliatti al quel tempo) per un reato (??!!???) da quattro soldi?

E’ la solita storia. Non avete il ‘quid’ per la presa del potere in modo democratico e quindi puntate ai surrogati. Quando con ‘mani pulite’ è stata letteralmente decapitata la classe dirigente del tempo rappresentata dai 5 partiti democratici (DC, PSI, PSDI, PRI e PLI) che avevano garantito all’Italia 50 anni di pace e prosperità, eravate sicuri di prendere il ‘palazzo d’inverno’. Ma un signor ‘nessuno’ vi ha dimostrato che non bastano le azioni militari per conquistare il potere. C’è bisogno di una vera politica che non riuscite ad enucleare perché siete prigionieri del vostro pressapochismo fatto di inseguimenti di ogni frangia che si distacca della casa paterna.

Ora avete l’occasione per cambiare realmente pagina. Non sprecate questa opportunità perché la storia non si ripete. Perdere qualche frangia per diventare una vera sinistra europea, per intenderci alla Blair, può determinare la vostra rigenerazione. Se invece continuerete ad inseguire la ‘pancia’ la vostra sarà solo una vittoria di Pirro. Berlusconi non morirà di certo e se anche avvenisse ci sarà sempre un nuoco signor ‘nessuno’ che si metterà alla testa dei moderati che, in Italia, ricordatelo, sono maggioranza.

                                                                                                                             Giovanni ALVARO 

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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