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di Giovanni Alvaro
E’ indubbio che Nuccio Barillà di Legambiente non ha nulla a che spartire con Cesare Prandelli, CT della Nazionale di calcio pur avendo ambedue usato la metafora del ‘biscotto’. Lo hanno fatto però utilizzandola in modo estremamente diverso. Del resto non potevano ‘somigliarsi’ perché uno vive nel mondo dello sport, mentre il dirigente dell’associazione ambientalista vive in un mondo costruito artificiosamente giocando con le paure della gente.
Prandelli, lontano da logiche da sottobanco, si è espresso da subito positivamente, ben prima che si verificasse l’avvenimento sportivo che creava preoccupazioni agli sportivi; l’altro ha atteso gli avvenimenti e ha ‘bollato’ come frutto di accordi sottobanco, quanto non coincideva con i propri obiettivi. E’ chiaro che avrebbe gridato al gran successo della lotta, se la conclusione della Via (Valutazione Impatto Ambientale) fosse stata diversa. Parliamo, ovviamente, del decreto del Governo Monti con il quale si è esplicitata la positività della Via in riferimento alla richiesta della Sei-Repower per la costruzione di una Centrale a carbone a Saline Joniche di Reggio Calabria.
In questo diverso atteggiamento c’è, comunque, una verità inoppugnabile che i calabresi raccolgono nel proverbio: ‘u lupu comu opera penza’ che tradotto significa che il lupo opera così come è abituato a fare. Mentre Prandelli ha escluso che tra Spagna e Croazia potesse determinarsi un accordo sotto traccia per liquidare l’avventura degli azzurri, ed anzi ha esaltato la correttezza degli avversari spagnoli; il Barillà, di professione ambientalista, ha modellato tutto secondo i propri interessi politici che impongono, oggi, di dire peste e corna su chi ha osato concederela Via.
Si potrà, così, continuare a ‘vivere’ continuando ad avvelenare l’ambiente con la diffusione di notizie false ma pericolose. Oltre a chi ‘vive’ con l’ambientalismo ed ha tutto l’interesse a mantenere in piedi luoghi comuni e convincimenti radicati, c’è anche chi si nasconde dietro il dito perché ‘ha paura’ di mettersi contro quello che crede sia l’orientamento della gente comune, diventando però veicolo involontario di ulteriori allarmismi. Parliamo, per esempio, dei Sindaci che assumono posizioni equivoche o attendiste perché subiscono l’aggressione terroristica degli ambientalisti che tallonano chi è a favore, ma non ‘disturbano’ chi magari è stato ‘dimissionato’ per infiltrazioni mafiose, ma è contrario alla centrale a carbone.
Di diverso parere il Presidente della Provincia di Reggio, Giuseppe Raffa, che in passato era orientato sul ‘no alla centrale, senza chiare garanzie’, ma che oggi ‘piglia atto delle decisioni nazionali, frutto delle valutazioni dei tecnici preposti al compito’, e dichiara che non esistono più alibi per bloccare un investimento di capitali privati che serve alla zona jonica, alla Calabria e alla stessa Italia costretta a comprare energia dalla Francia. Dato questo conosciuto da tutti fuorché da tale Stefano Ciafani, altro guru di Legambiente, che snocciola dati di una falsità più unica che rara.
Se si vuol continuare a fare i sordi e i ciechi, si continui pure sul percorso del NO assoluto e aprioristico, ma si sappia che si rischia d’essere tagliati fuori da ogni ipotesi di contrattazione delle ricadute che gli insediamenti di questo tipo sono costretti a realizzare nel territorio e che, normalmente, vanno oltre quelle previste dalle leggi italiane che sono, annualmente, di carattere economico per gli Enti locali. Parliamo dell’uso del porto e del suo mantenimento operativo, degli sconti sulle tariffe elettriche in tutta l’area grecanica, degli incentivi energetici per la catena dell’accoglienza, e di quant’altro si dovesse reputare necessario.
La si smetta, infine, di continuare a usare la metafora del ‘biscotto’.La Spagna ha vinto1 a0 con una Croazia che ha giocato correttamente, mentrela Sei, ha segnato un punto a proprio favore affrontando un confronto pieno di falli e di scorrettezze ambientalistiche. Aldilà delle scorrettezze, comunque, col biscotto ‘ambientalista’ non si va da nessuna parte, ma si continua a fregare il Paese.
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