Giovanni Alvaro sulla centrale a carbone: “Attacchi forsennati per bloccare lo sviluppo”

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Non avevamo dubbi che anche le Associazioni anti centrale di Saline Joniche sarebbero apparse come i funghi, e in quantità industriale, dato che, scarseggiando l’adesione reale delle popolazioni della zona grecanica, era necessario dare l’impressione di una lotta con massicce e corali adesioni. Ed è quello che realmente si è verificato liberando dall’incombenza la solita Legambiente e i suoi dirigenti

Cambiano, comunque, le sigle ma la sostanza è sempre la stessa e l’obiettivo rimane sempre quello di dire No alla centrale a carbone con la conseguenza di mantenere in condizioni pietose l’intera zona che viene però descritta come la ‘più bella d’Italia’ dimostrando con ciò che, o non si conosce l’Italia, o si ha un concetto strano della bellezza. Che poi la stragrande maggioranza delle nuove generazioni si allontani da queste bellezze e fugga nel Nord del nostro Paese o addirittura, come i propri nonni, si rifuggi  in Germania non è problema che possa interessare.

L’ultima sortita, però, è veramente incredibile. Si parla di ‘illegalità, interessi economici, inquinamento’ da parte della Società svizzera che propone di realizzare l’impianto di Saline, e si usano menzogne camuffate da rigore scientifico e spudorate bufale con l’obiettivo di terrorizzare la popolazione. Ma vediamoli uno per uno.

Si accusa la SEI di illegalità perché propone un investimento che nessuno, si dice, vuole e che una legge regionale esclude dal proprio piano energetico, facendo finta di ignorare che la modifica della Costituzione che prevede la ‘concorrenza’ delle Regioni su determinati problemi come l’energia (ottenuta con 4 voti di maggioranza da governi di centrosinistra) non significa poter bloccare scelte di investimenti e di sviluppo, ma significa solo una ‘concorrenza’, intesa come compartecipazione alle scelte, che non possono, però, essere usate contro gli interessi generali dello Stato.

L’illegalità semmai viene da parte di chi, in un momento come l’attuale che necessita di scelte per aiutare la crescita, cerca di ostacolare ogni iniziativa. Si tratta, comunque, delle stesse forze che, se oggi gridano contro il carbone, ieri hanno gridato e sbraitato contro il nucleare costringendo l’Italia ad essere deficitaria di energia e costretta a comprarla dalla Francia a prezzi superiori.

La seconda accusa riguarda gli obiettivi della Sei che non farebbe l’investimento per scopo filantropico. E chi mai l’avrebbe detto o semplicemente pensato? Tutte le società (Fiat, Tod’s, Coop, ecc.) e, quindi, anche la Sei investono i loro capitali per un utile. Nulla di scandaloso perché, per fortuna non viviamo in uno stato di socialismo reale come fu l’Urss del sol dell’avvenire, ma viviamo  in uno stato borghese dove i capitali e la ricchezza non sono un furto, ma un’opportunità per creare altra ricchezza sotto forma di salari e di sviluppo. La scelta del carbone poi, conseguenza del no al nucleare, non è stata fatta perché costando di meno poteva far guadagnare di più, ma perché l’alternativa poteva essere una centrale ad olio combustibile quella si altamente inquinante.

Il terzo incredibile addebito è quello dell’inquinamento, facendo finta di ignorare che la Sei, come ogni altra Società intenzionata a investire, per farlo deve richiedere la VIA (Valutazione Impatto Ambientale). Richiesta regolarmente avanzata e conclusasi, dopo mesi e mesi di approfondimenti, con una valutazione positiva. Ma essa, però, viene ignorata e si continua a presentare la Sei come una Società criminale e il carbone come responsabile di migliaia e migliaia di ipotetiche morti. Chissà perché però il grosso delle centrali a carbone italiane si trovano al Nord (10 su 13), e chissà perché Germania, Inghilterra, Usa e Cina hanno centinaia e centinaia di centrali a carbone, e sono tra i paesi più ricchi del mondo. Tutti così pazzi da ‘sacrificare’ i propri popoli?

Bufale belle e buone, anzi diffusione di notizie false e di allarme sociale, perché al carbone neanche Kyoto ha addebitato morti, ma semplicemente l’aumento delle emissioni di CO2 (anidride carbonica) che sarebbe responsabile dell’effetto serra. Ed è Kyoto che, comprendendo quanto sia velleitaria la decisione di ridurre la CO2, ha ‘inventato’ l’escamotage del commercio dei certificati di ETS (Emission Trading System) che i Paesi che non producono emissioni possono vendere ai paesi produttori.

Quà si scopre la vera natura dei nemici della centrale a carbone e si svelano i loro veri obiettivi. Essi chiamano virtuosi i paesi sottosviluppati che non producono energia e quindi non emettono CO2 che sono, essenzialmente, i paesi agricoli per lo più dislocati in Africa. Se questo è il loro obiettivo, diciamo chiaro e forte che non siamo d’accordo. Non vogliamo continuare a vedere una Calabria ‘virtuosa’ come l’Africa e ci batteremo, fino in fondo, per sconfiggere i veri ‘inquinatori’, quelli che inquinano le coscienze e distruggono ogni prospettiva.

L’attacco infine diretto contro l’amministratore delegato della Sei, Fabio Bocchiola, con il tentativo di dileggiarlo, non solo è squallido per la volgarità con la quale è intriso e che connota il livello infimo dell’autore del comunicato fatto a nome del fantomatico Coordinamento delle Associazioni grecaniche, ma è politicamente errato. Tentare  di dileggiare chi proporre un investimento di 1 miliardo e 300 milioni (in tempo di vacche magre) è roba da soggetti da internare. E’ possibile che costoro non riescano a capire che il ‘trattamento’ riservato all’AD della Sei allontana quanti magari potevano essere allettati di investire vicino ad una centrale per i possibili aiuti energetici che ne possano derivare? Cecità assoluta per dire altro.

P.S: Perché il comunicato emesso e firmato Coordinamento Associazioni Area Grecanica non viene firmato da un responsabile del Coordinamento? Forse, sorge il dubbio, per evitare di far conoscere il meccanismo dei vasi comunicanti, e dal cilindro salti fuori sempre e soltanto lo stesso nome. Noi invece ci firmiamo a viso aperto.

Giovanni ALVARO – Socialisti Uniti-PSI

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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