Giovanni Alvaro: “Cisterna e l’atto dovuto che lo stava distruggendo”

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E’ finita come si pensava, e come era giusto che finisse, la vicenda del Magistrato Alberto Cisterna iscritto nel registro degli indagati per ‘corruzione in atti giudiziari’. E’ finita con la richiesta della stessa Procura di Reggio Calabria di proscioglimento per assoluta mancanza di riscontri sulle deliranti, vergognose e inventate accuse sciorinate dallo pseudo ‘pentito’ Nino Lo Giudice che sulla vicenda ha cambiato versione per ben 4 volte senza essere sanzionato dagli inquirenti.

Ma come si presumeva l’iscrizione nel registro degli indagati ha innescato una carica distruttiva che per il giovane Magistrato sotto accusa non poteva essere più nefasta dato che è stato sbattuto, come mostro, sulla prima pagina della più grande corazzata mediatica italiana; che è diventato in un batter d’occhio un ex della Direzione Nazionale Antimafia dove occupava il posto di n. 2 dopo il procuratore Grasso;  che è stato trasferito, dal CSM, in una procura di provincia com’è Tivoli; e che è stato, forse, tagliato fuori dalla corsa a Procuratore Capo di Reggio Calabria.

E’ sorprendente quanto emerge immediatamente se si pensa che il Cisterna è stato sbattuto senza alcun riguardo nella polvere senza attendere l’iter giudiziario che lo interessava, e che il proscioglimento richiesto dall’accusa è la conferma della inesistenza non solo di concrete prove a carico ma addirittura di semplici indizi, mentre colui che ha voluto la sua iscrizione nel registro degli indagati, anche se presentato come atto dovuto, nel frattempo ha lasciato Reggio Calabria per coprire un ruolo molto più ambito com’èla Procuradella Capitale.

L’uno, innocente, ‘massacrato’ senza pietà; l’altro, che non poteva ignorare quanto fosse devastante, per un Magistrato, la semplice iscrizione tra gli indagati, e che poteva, prima dell’iscrizione, così come aveva insegnato il grande Falcone, procedere ad una serie di riscontri e di verifiche, è stato ‘chiamato’ a nuovi e importanti incarichi nella cittadella giudiziaria italiana..

Fino all’ultimo, comunque, come ciliegina sulla torta, gli attuali reggenti il ruolo di Giuseppe Pignatone alla procura reggina, pur essendo scaduti i termini, fin dal 7 luglio scorso, per la chiusura delle indagini e per la richiesta o di rinvio a giudizio o di proscioglimento dell’ “indagato”, hanno preferito lasciare la pratica nel cassetto ed hanno avanzato la richiesta di proscioglimento solo dopo due mesi abbondanti dai termini legali e quasi in contemporanea (?) con la richiesta depositata da Cisterna alla Procura generale per l’avocazione del procedimento che lo interessava. Deposito effettuato onde ottenere quella giustizia, da parte della Magistratura giudicante, che l’uso dell’atto dovuto usato dalla Magistratura inquirente gli aveva sostanzialmente negato.

Tutta la vicenda, comunque, sommata alle denunce per le mancate indagini nel caso del Consigliere Regionale Rappoccio, disvela una  situazione nella procura di Reggio a dir poco abbastanza paradossale che non può essere ignorata né dal Ministero interessato, né dagli stessi organi superiori della Magistratura. L’opinione pubblica né è fortemente frastornata così come lo è per le decisioni assunte, molto sbrigativamente, dal CSM che, nei mesi scorsi, ha deciso il trasferimento d’ufficio del dottor Cisterna senza valutare il perché di quell’atto dovuto.

Anche quella decisione, comunque, è stata letta come decisione discutibile perché se un Magistrato si macchia di gravi reati come può essere la ‘corruzione in atti giudiziari’, tra l’altro, a favore di cosche mafiose, non ci si rende conto del perché la sanzione possa essere solo quella del semplice trasferimento, e non quella della radiazione dai ranghi dei servitori di uno Stato democratico. La risposta che si può dare è che la ‘corruzione’ non era ancora stata accertata. Ma se non era, come non era, stata accertata perché si è andati avanti pur sapendo che si poteva ‘distruggere’ non solo la carriera ma si sarebbe incrinata la stessa esistenza del Magistrato?

                                                                                  Giovanni ALVARO

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Author: Cristina

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