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REGGIO CALABRIA – “Giornalisti: professione e previdenza, garanzie di libertà”. Questo il tema della conferenza nazionale in programma giovedì prossimo, 9 febbraio, alle ore 10.30, nel salone della Provincia di Reggio Calabria.
Ai lavori, presieduti da Carlo Parisi, segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e consigliere generale dell’Inpgi, parteciperanno il presidente nazionale dell’Inpgi, Andrea Camporese, il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, consiglieri nazionali e regionali degli istituti di categoria dei giornalisti (Fnsi, Odg, Inpgi, Casagit e Fondo Giornalisti), comitati e fiduciari di redazione, gruppi di base e di specializzazione e circoli della stampa.
Alla conferenza, aperta al pubblico, interverranno autorità istituzionali chiamate ad offrire il loro contributo su lavoro, occupazione e libertà di stampa. Nell’occasione saranno resi noti i dati relativi alla situazione occupazionale in Calabria che, se in termini assoluti segna il più alto tasso di disoccupazione d’Europa, in campo giornalistico, negli ultimi anni, ha fatto registrare un risultato in controtendenza rispetto alla media nazionale con il primato degli incrementi di lavoro giornalistico dipendente.
L’azione puntuale e costante portata avanti dal Sindacato Giornalisti della Calabria e dall’Ufficio di Corrispondenza dell’Inpgi Calabria, guidati, dal 2003, da Carlo Parisi, di concerto con i vertici nazionali della Fnsi, dell’Inpgi e della Casagit, rappresentati da Franco Siddi, Andrea Camporese e Daniele Cerrato, e con l’Ordine dei giornalisti della Calabria, guidato da Giuseppe Soluri, con un’unità d’intenti senza precedenti, ha permesso di dare un volto ed un nome ai tanti giornalisti che popolano le redazioni come fantasmi. Tutto ciò anche grazie all’attività dell’Ufficio Legale del Sindacato Giornalisti della Calabria e del Servizio ispettivo dell’Inpgi.
Dopo il primo record nazionale del 2006 (34,55% di contratti di lavoro in più rispetto all’anno precedente, da 220 a 296), la Calabria ha, infatti, fatto registrare un costante aumento di iscritti sia alla Fnsi (dai 519 del 2002 ai 1430 attuali, di cui 601 professionali e 829 collaboratori) che all’Inpgi (1200 iscritti al 10 gennaio 2012, di cui ben 540 dipendenti). In particolare, dal 13 febbraio 2008 al 10 gennaio 2012, gli iscritti all’Inpgi sono passati da 743 a 1200. In termini assoluti, inoltre, la Calabria è al quinto posto per iscritti alla Fnsi (dopo Lombardia, Lazio, Piemonte e Sardegna).
A Reggio Calabria si ritroveranno, dunque, i vertici della categoria dei giornalisti “per riaffermare – sottolinea Carlo Parisi – il valore della libertà di stampa, che significa poter esercitare la professione senza il giogo del ricatto. Come può definirsi libero un giornalista pagato, ben che vada, pochi euro a pezzo e senza copertura previdenziale e assistenziale? Come può definirsi democratico uno Stato che pensa di risolvere il debito pubblico spremendo fino al midollo soltanto quanti, con onestà e dignità, hanno dedicato e dedicano la loro vita alla professione, rivendicando un solo elementare diritto: il lavoro nella normalità?”.
“L’Inpgi – ricorda Parisi – grazie ad una saggia e lungimirante politica previdenziale, ha messo in sicurezza l’istituto per i prossimi 50 anni con una riforma che ha assicurato solidità ai conti. Una riforma che, incidendo positivamente sul bilancio attuariale, ha permesso di scongiurare la profonda «gobba» previdenziale, prevista tra il 2020 e il 2040, spianando invece le porte alla crescita del patrimonio che, per i prossimi 50 anni, eviterà di intaccare le riserve accantonate. Basterà a salvaguardare l’autonomia dell’Istituto di Previdenza dei Giornalisti Italiani? La delega al Lavoro e alle Politiche Sociali ad Elsa Fornero, un’economista col chiodo fisso della Cassa unica degli Ordini professionali sotto l’ombrello dell’Inps e del sistema «contributivo» per tutti, ha aperto un’inevitabile stagione di lotta in difesa dello Stato sociale. Una battaglia – evidenzia il consigliere generale dell’Inpgi della Calabria – che sta dando i suoi frutti”.
Carlo Parisi evidenzia che “se in otto anni gli iscritti alla Fnsi sono pressochè triplicati è segno che, in Calabria, è fortemente cresciuta la coscienza sindacale in una categoria, quella dei giornalisti, che, oltre al coraggio della denuncia ed al rispetto della persona, senza deroga alcuna ai princìpi etici e deontologici, non può certo accettare sfruttamenti o umiliazioni di sorta. Accettare passivamente che non vengano pagati mesi e mesi di stipendio o che vengano mortificati ruoli acquisiti con anni di lavoro e sacrificio, non è pensabile. Accettare «retribuzioni» di pochi euro a pezzo, il più delle volte pagati dopo mesi o, addirittura, mai corrisposti, equivale a pagare gli editori. Tolte le spese telefoniche, della benzina e della copia di giornale, che corrispondenti e collaboratori sono costretti ad acquistare, tanti giornalisti, con gli importi che percepiscono, o dovrebbero percepire, finiscono per non coprire neppure le spese vive del loro lavoro. Di coperture previdenziali e assistenziali, poi, neanche a parlarne. Spesso non viene loro riconosciuto neppure il contributo del due percento (parliamo di 10 centesimi su un compenso di 5 euro) da versare alla gestione separata dell’Inpgi”.
“Il sindacato dei giornalisti – sottolinea Carlo Parisi – non intende certo dichiarare guerra ai giornali o alle emittenti radiotelevisive e portarli alla chiusura. Le televisioni, in particolare, contrattualizzando i giornalisti hanno la possibilità di ottenere maggiori contributi dal Corecom. L’inciso dovrebbe essere superfluo ma, nella Calabria delle contraddizioni, capita anche che alcuni giornalisti al momento «garantiti», invece di solidarizzare con i colleghi più deboli, facciano fronte comune con editori senza scrupoli, senza capire che vessazioni, intimidazioni e ricatti trovano linfa vitale proprio nelle lotte tra poveri. E che il Sindacato stia da una parte sola, quella dei giornalisti, non lo dicono certo le belle intenzioni ma i numeri”.
La strada da percorrere, certo, è ancora lunga e irta di ostacoli. Tanti rimangono i giornalisti e gli aspiranti tali, “ostaggio” di editori che speculano sulle speranze di una professione affascinante ma, al tempo stesso, foriera di cocenti delusioni. Il tutto in una società condizionata da un sistema di potere sempre più restrittivo nei confronti dei giornalisti, che si vedono limitare gli spazi di cronaca e di critica e, quando si ribellano, sono costretti a fare i conti col “partito” delle querele e delle azioni civili con pesanti richieste di risarcimento danni.
“Tra le nuove frontiere della professione – conclude Carlo Parisi – c’è un settore vecchio, ma ancora vergine in materia occupazionale: quello degli uffici stampa. Attualmente non sono tanti ma la loro presenza è significativa, in virtù di una legge, la numero 150 del 2000, ancora inapplicata e, per di più, oggetto di pericolosi tentativi di correzione in chiave peggiorativa. La stima sul numero dei possibili spazi in Calabria, l’abbiamo resa nota da tempo: ci sarebbe posto per almeno 500 giornalisti. Un’opportunità che, tenuto conto del numero degli iscritti e di quanti hanno già un lavoro dipendente, consentirebbe di cancellare la disoccupazione da lavoro giornalistico in Calabria. La scommessa è fondamentale e potrà essere vinta solo con l’unità della categoria ed il dialogo, sereno e costruttivo, con gli enti pubblici e privati, che dovranno finalmente capire che, da una chiara ed efficace comunicazione istituzionale verso i cittadini, c’è solo da guadagnarci. Per farlo è, però, indispensabile pretendere qualità e professionalità, possibili solo attraverso selezioni serie che facciano del valore un merito e non un optional. Su questa strada, il Sindacato Giornalisti della Calabria e l’Inpgi, con i rispettivi uffici legali, ispettivi e amministrativi, rappresentano sicuri punti di riferimento, assieme all’Ordine dei giornalisti cui spetta il compito, oltre che della tenuta dell’Albo, di vigilare sugli aspetti etici e deontologici della professione”.
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