Giornalisti enogastronomici alla scoperta del Greco di Bianco

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Si è concluso positivamente il press tour enogastronomico nella zona di produzione del vino Doc Greco di Bianco che ha visto la presenza di giornalisti specializzati nel settore agroalimentare, provenienti da tutta Italia.
L’iniziativa è stata organizzata dal Comune di Bianco (RC) in collaborazione con l’UNAGA (Unione nazionale dei giornalisti agricoli e agroalimentari italiani, Gruppo di specializzazione della FNSI), la Regione Calabria, il Comune di Casignana, la Proloco di Bianco, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, l’ARSAC, l’Associazione Città del Vino e le aziende vitivinicole locali.
I giornalisti hanno potuto incontrare i produttori che lavorano per ridare prestigio a vini e vitigni autoctoni con una tradizione millenaria che rischiavano l’oblio. Particolarmente apprezzati sono stati i pregiati e rinomati vini passiti Greco di Bianco, tra i primi vini ad aver ottenuto la Doc, e il Mantonico Igt.
Coinvolgente la vendemmia notturna in cui i partecipanti, partiti per gioco e curiosità, si sono lasciati travolgere dall’attività, vendemmiando per ore, forbici alla mano, il Greco di Bianco al chiaro di luna. Le uve di questo vino, infatti, vanno raccolte rigorosamente a mano, stese delicatamente su graticci di canna al sole (alcuni produttori usano tecniche più moderne) per un processo di appassimento che può produrre, una riduzione fino al 35% del peso. Al termine di questa operazione si procede con la pigiatura e la torchiatura. La resa massima di uva in vino al consumo non deve essere superiore al 45%. Il Greco di Bianco, dal colore giallo ambrato e dal particolare profumo di zagara, è stato più volte definito “nettare degli Dei” e nel 1980 gli è stato attribuito il marchio Doc. Il Mantonico, di colore giallo citrino e sapore pieno, il cui nome deriva dal greco mantonikòs (profeta) era, come il Greco, particolarmente apprezzato dai sacerdoti dell’antica Locri Epizephiri in quanto si credeva che questi vini avessero virtù divinatorie, afrodisiache e terapeutiche.

I partecipanti hanno fatto un tuffo nel passato visitando la Villa romana di Casignana ed alcuni antichi palmenti risalenti all’epoca della Magna Grecia nel bosco di Rùdina-Ferruzzano. I palmenti, scavati nella roccia, sono vasche per la vinificazione utilizzate fin dall’antichità per la pigiatura dell’uva e la fermentazione dei mosti.
Tra i punti di attrattiva del tour il Museo del Vino, istituito dal Comune di Bianco per la conoscenza e conservazione degli antichi strumenti del processo di vinificazione e della valorizzazione del territorio, che sarà aperto al pubblico a breve.
Di grande interesse è stato anche il convegno sul tema “Il Greco di Bianco Doc e il Mantonico Igt raccontano la storia del territorio: come valorizzarli?” tenutosi, con la presenza di esperti del settore, nella splendida cornice della Villa romana di Casignana. Tra i partecipanti all’incontro, moderato dal presidente Unaga Mimmo Vita: Mauro D’Acri (Consigliere regionale con delega all’Agricoltura), Seby Romeo (Consigliere regionale), Aldo Canturi (Sindaco di Bianco), Rocco Zappia e Maria Teresa Russo (Università Mediterranea di Reggio C.), Claudio Fuoco (ARSAC), Claudio Saporito (Presidente Consiglio comunale di Bianco), Gennaro Convertini (Federazione Italiana Sommelier), Saveria Sesto (Associazione Città del Vino), Carmine Maio (responsabile Settore vitivinicolo Regione Calabria), Vito Crinò (Sindaco di Casignana), Andrea Musmeci (Presidente ARGA Calabria). Tra i punti emersi, la necessità di aggregarsi. I produttori locali, in questi anni, hanno lavorato molto bene recuperando la coltura dei vigneti autoctoni, avviando l’ottimizzazione del processo produttivo, curando la comunicazione dei propri marchi. Accanto alle aziende di eccellenza coesistono aziende che devono migliorare (per es. per controllare le fitopatie, per introdurre la refrigerazione o per migliorare la commercializzazione) ma che, essendo di piccole dimensioni, non possono permettersi un tecnico. Occorre, quindi, che i produttori si consorzino, in modo da ottimizzare le fasi di produzione e fare “massa critica” così da adottare strategie di comunicazione e marketing e costruire un “brand” capace di attestare sul mercato internazionale il vino passito. Il Greco di Bianco e il Mantonico hanno tutte le carte in regola per diventare gli ambasciatori del gusto della Riviera dei Gelsomini.

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Author: antonio.albanese

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