Giornalisti Calabria, “Avviso pubblico” per dare lavoro a proprio piacimento

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Chi saranno i “fortunati” giornalisti prescelti dall’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria per l’affidamento di “incarichi professionali di collaborazione esterna”? Siamo proprio curiosi di conoscere i nomi di colui, colei o coloro che verranno “estratti” dalla “short list di esperti” che l’azienda ospedaliera “intende” costituire sulla base delle domande che verranno inviate entro il prossimo 10 luglio.
Con avviso del 25 giugno scorso, firmato dal direttore generale Carmelo Bellinvia e pubblicato sul sito internet e all’Albo pretorio dell’azienda ospedaliera, la stessa intende, infatti, “costituire un elenco – è scritto testualmente – di short lists di esperti professionisti, organizzate per aree di competenza, entro cui individuare le professionalità necessarie per l’affidamento di incarichi di collaborazione esterna, di natura occasionale, in quanto non sempre all’interno della struttura è possibile reperire le professionalità richieste per l’espletamento di particolari incarichi”.
Ben 11 le categorie di “professionisti” contemplate: architetti, avvocati, dottori commercialisti, consulenti del lavoro, geometri, ingegneri, medici del lavoro, notai, periti, ingegneri e, appunto, giornalisti.
L’Azienda Ospedaliera, con atto firmato dal direttore degli Affari Generali e Legali, avv. Mario F. Crupi, chiarisce subito: “La formazione dell’elenco non pone in essere nessuna procedura selettiva, concorsuale o paraconcorsuale, né parimenti prevede alcuna graduatoria, attribuzione di punteggi o altre classificazioni di merito delle figure professionali, ma semplicemente produce l’individuazione dei soggetti ai quali eventualmente affidare, con speditezza, incarichi professionali nel rispetto della vigente normativa in tema di affidamento di incarichi esterni”.
Dunque: quali saranno i criteri di scelta per affidare “con speditezza” gli incarichi? Non si sa. Anzi, l’avviso chiarisce che “l’acquisizione della candidatura non comporta l’assunzione di alcun obbligo specifico da parte dell’Azienda, né l’attribuzione di alcun diritto al richiedente in ordine all’eventuale conferimento dell’incarico”. Inoltre, “le short lists avranno validità annuale e saranno aggiornate a seguito di esplicito bando integrativo”.

Tra i requisiti richiesti, il “diploma di laurea (laurea specialistica, quadriennale o magistrale o titolo conseguito all’estero equipollente)”, in barba alla Legge 150/2000, al Contratto nazionale di lavoro giornalistico, alla Legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti n. 69/1963 e dell’art. 33 comma I del CCNL Enti Locali che sancisce, addirittura, che “le iscrizioni ad Ordini professionali danno diritto all’inquadramento in fascia D”. Nello specifico, poi, è chiaramente scritto che “il CCNL prevede delle deroghe, quando offre la possibilità di partecipazione alle progressioni verticali del personale interno «anche prescindendo dai titoli di studio ordinariamente previsti per l’accesso dall’esterno…».
Come se non bastasse, all’art. 5 dell’avviso dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” è scritto che “l’inserimento nell’elenco non comporta alcun diritto da parte dell’aspirante ad ottenere incarichi professionali” e che “l’Azienda procederà, a proprio insindacabile giudizio, all’individuazione del soggetto cui affidare l’incarico in via fiduciaria”.
Più esplicito l’ultimo capoverso dell’art. 8: “Qualora per determinate categorie di incarichi professionali, nella short list non siano presenti competenze, ovvero siano presenti in numero insufficiente, ovvero siano presenti consulenti che, in base ai curricula presentati, non siano ritenuti in possesso dei requisiti necessari a garantire l’esecuzione delle prestazioni richieste, si procederà a ulteriore ricerca di competenze idonee attraverso i mezzi ritenuti più efficienti”.
Sì, avete capito bene: se alcuni giornalisti, pur in possesso dei titoli richiesti dall’avviso, figurano nella short list, ma non sono ritenuti “idonei”, saranno perfettamente ignorati.
Addirittura, l’art. 9 recita che “…l’Azienda renderà pubblici gli elenchi dei consulenti e collaboratori iscritti nelle short lists sul sito istituzionale…”. In sintesi: si viene ammessi (perché evidentemente in possesso dei titoli richiesti) nella short list (che viene resa pubblica sul sito), col rischio di non essere scelti perché ritenuti non idonei! Volgarmente, si potrebbe riassumere il tutto nella disponibilità a farsi sputtanare pubblicamente come degli incapaci da un soggetto che non ha alcun titolo per valutare la professionalità di categorie diverse dalla sua.
Attenzione. L’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria ammonisce: “All’atto dell’accettazione, per gli incaricati deve sussistere la permanenza dei requisiti per l’iscrizione nelle short lists”.
Dunque, quanti entro il 10 luglio non presenteranno domanda saranno inesorabilmente esclusi dall’affidamento degli incarichi? Figurarsi. Nel capoverso successivo dell’avviso è testualmente scritto: “L’Azienda potrà conferire incarichi senza valersi delle short lists, nel caso in cui le prestazioni professionali siano richieste per eventi di straordinaria urgenza e rilevanza, intendendosi indicare con ciò una eccezionalità rispetto alla prassi o all’ordine consueto, cioè eccedenti i limiti del normale o del comune…”.
Inutile soffermarsi sugli ammonimenti dell’articolo 6. E’ curioso sapere, invece, quale criterio sarà adottato per retribuire i professionisti. All’art. 8, infatti, a parte gli avvocati, “per gli altri professionisti, sarà corrisposto un emolumento preventivamente determinato in ragione della tipologia di attività, della complessità e della durata del rapporto di collaborazione e, comunque, nel rispetto dei vincoli di budget imposti dalle disponibilità finanziarie dell’Azienda”. Pertanto, il ragionamento quale sarà: prendere o lasciare?
Morale della favola: se la sanità ha tanti problemi non è un caso. Il tempo impiegato per “partorire” un simile avviso, con tutti i costi che la procedura comporta, avrebbe potuto essere impiegato più proficuamente per occuparsi dei problemi veri. Per affidare incarichi di tal genere sarebbe stato più logico, ma soprattutto più serio, ricorrere all’affidamento diretto, assumendosi così direttamente le responsabilità legali e morali delle scelte che si andranno a fare.
Visto che siamo in tema, l’Azienda  Ospedaliera “Bianchi – Melacrino – Morelli” di Reggio Calabria dovrebbe, invece, dare una risposta in merito al concorso pubblico per l’assunzione di un giornalista, “con rapporto di lavoro a tempo pieno, esclusivo ed indeterminato”, bandito in punta di piedi il 30 ottobre 2009.
Del caso se ne occupò proprio il Sindacato Giornalisti della Calabria, evidenziando che per la prima volta era stato bandito un concorso pubblico a tempo indeterminato, ma nessuno si era preoccupato di pubblicizzare la notizia attraverso gli organi d’informazione. L’avviso era stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 44 del 30 ottobre 2009, la cui consultazione è spesso un’impresa anche per i più esperti, e sulla Gazzetta Ufficiale n. 91 del 24 novembre 2009.
Il concorso, per il posto di posizione economica D1, profilo di collaboratore tecnico – professionale, era stato bandito dalla Regione Calabria – Azienda Ospedaliera “Bianchi – Melacrino – Morelli” di Reggio Calabria per lo “Staff Direzionale” della stessa, con scadenza per la presentazione delle domande fissata al 24 dicembre 2009.
Nell’occasione, “Giornalisti Calabria” pubblicizzò al massimo il concorso invitando i giornalisti a partecipare in massa, pur esprimendo perplessità su tante clausole contenute nel bando.
“Un concorso così importante non può essere privilegio per i soliti bene informati”, è stata la nostra tesi, ma alla valanga di domande pervenute all’Azienda Ospedaliera non è seguita neppure una cortese risposta. Chi ha bloccato quel bando e, soprattutto, perché?
Già, perché un concorso “normale” non può essere espletato? Perché tanti professionisti, a parole, vengono continuamente invitati a rimanere in Calabria, anzi addirittura a “tornare” per  risollevare le sorti di questa regione, ma nei fatti si ricorre sempre all’affidamento “fiduciario” anche per l’incarico più insignificante? “Professionalità”, “Valore”, “Meritocrazia”, purtroppo, sono belle parole largamente usate per infarcire discorsi, manifesti e depliant (lautamente pagati).
La Calabria e i calabresi per tornare ad avere fiducia in questa terra hanno, invece, bisogno di due “semplici” cose: dignità e lavoro. L’avviso La domanda Regolamento, artt. 1-3 Regolamento, artt. 4-5 Regolamento, artt. 6-8 Regolamento, art. 9 Regolamento, art. 10
Carlo Parisi 
www.giornalisticalabria.it

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Author: Cristina

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