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E’ da diversi giorni che sui media si sta sottolineando che il calo dei volumi a Gioia Tauro nel 2010, rispetto al 2009, è stato del 5%, lasciando intuire a chi non è prettamente del settore che è in atto un lento ma costante declino del Porto di Gioia Tauro. Dai dati ufficiali, al contrario, emerge che il calo in termini di teus è stato appena dello 0,2% tra il 2009 e il 2010 (2.857.438 teus nel 2009 — 2.851.261 nel 2010).
La cosa che ci preoccupa è che da Eurokai, Contship e Mct ufficialmente non c’è stata alcuna precisazione e/o rettifica del dato “erroneamente” pubblicato, cosa che forse vuol lasciare implicitamente intendere che “purtroppo” a Gioia Tauro esistono numerose problematiche da risolvere e che tali problematiche hanno inciso e stanno incidendo sulle potenzialità del porto. Il dato vero, invece, dimostra chiaramente che, nonostante le difficoltà, c’è stata una sostanziale tenuta del terminal contenitori a Gioia Tauro con un forte recupero negli ultimi 6 mesi in termini di teus (+ 13,60% rispetto allo stesso periodo luglio-dicembre del 2009) .
Il messaggio che bisogna trasmettere, a onor del vero, è che il terminal è competitivo, ha recuperato mercato anche in un anno difficile come il 2010 e che per il 2011 è pronto, se tutti fanno bene la loro parte, governo e regione compresi, a ritornare ai livelli ante crisi. Un terminal che, nonostante i 6 mesi di cassa integrazione da febbraio ad agosto del 2010 e la poca sensibilità aziendale a riorganizzare il lavoro è riuscito, comunque, a non perdere livelli di volumi lavorati. Occorre sottolineare con forza, infatti, la capacità di reazione che il sistema porto ha avuto nel conseguire un risultato, invece, di tutto rispetto.
Un risultato che è la somma delle azioni di tutte le sue componenti: l’Autorità Portuale di Gioia Tauro che ha abbattuto le tasse di ancoraggio, il terminalista che ha contenuto i costi e i lavoratori che hanno risposto con grande professionalità. Vogliamo sgomberare il campo definitivamente dalle facili dietrologie che tendono a presentare il “progetto Gioia Tauro” come un progressivo fallimento. Posizione che invece di far concentrare l’attenzione sulla nostra area portuale serve a giustificare l’inerzia e la mancanza di interesse del Governo, delle lobby portuali del nord Italia e di RFI che insieme, nel nord, investono su megaprogetti ancora da realizzare ( vedi terminal di Trieste e Genova) mentre per la Calabria non si ha il coraggio di investire.
Anche il Piano Nazionale della Logistica dimostra chiaramente che, per il Governo, Gioia Tauro non rientra in un progetto di sviluppo e rilancio, ma di “costruzione” come se nulla esistesse e nulla ad oggi sia stato fatto. Sappiamo bene, invece, che ben altre sarebbero state le prospettive e le potenzialità di tutto il porto se a monte non ci fossero stati ritardi e immobilismo da parte di chi doveva dare ampio respiro alle prospettive tutt’ora esistenti, iniziando da collegamenti ferroviari e stradali efficienti in grado di mettere in rete il nostro scalo.
Dai dati ufficiali possiamo solo ribadire che lo scalo contenitori di Gioia Tauro è più in salute che mai. Le possibilità di crescita sono intatte. Tocca a chi ha le chiavi della macchina guidarlo verso il traguardo dello sviluppo. Noi sicuramente non ci sottrarremo a fornire tutto il nostro contributo.
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