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Se del destino della salute pubblica sul territorio della Piana di Gioia Tauro, si può decidere senza dare conto delle motivazioni che stanno alla base delle stesse, senza sopralluoghi, confronti approfonditi con le singole istituzioni locali, senza tenere conto dello stato di fatto delle esigenze di quella popolazione, allora il mio intervento finirebbe già qui.
Ma scrivo poiché non è chiaro il motivo, né ci è stato spiegato, dell’inversione intenzionale dei vertici sanitari regionali.
Il 13.2.10, in prossimità delle elezioni regionali, fummo onorati di ospitare a Gioia Tauro per un convegno sulla sanità l’allora candidato, oggi governatore della Calabria, il quale si impegnò a far di tutto per dare una svolta migliorativa ai nostri problemi sanitari.
Da governatore visitò nel luglio 2010 il P.O. di Gioia Tauro e il suo dire fu lapidario: ”Sono convinto che la struttura di Gioia Tauro possa diventare un punto di riferimento per tutta la piana, un presidio sanitario di qualità con tanti nuovi servizi a vantaggio dei cittadini”.
Il risultato delle varie bozze del Piano Aziendale e per ultimo il Decreto n. 106 del 20.10.2011 a firma del Presidente Scopelliti invece, decretano inspiegabilmente il contrario ossia la chiusura immediata al Giovanni XXIII, di oltre 3 importantissimi reparti, già strutture operative complesse, con la conseguente morte annunciata, in tempi prossimi del centralissimo ed imponente nosocomio gioiese.
Non bisogna essere tecnici per giungere a queste conclusioni, e d’altra parte, le decisioni prese in maniera degna dei paesi più totalitaristici, senza spiegazioni né tantomeno dialogo con questa Amministrazione Comunale che pure ha richiesto sopralluoghi e confronti, non lasciano dubbio alcuno sulle manovre foriere della chiusura Ospedaliera di Gioia Tauro.
I pochi incontri, lasciavano presupporre speranze, ma le lungaggini ed il nulla di fatto, oltre la disgregazione, mettono a nudo un rapporto tra le Amministrazioni, inesistente, inspiegabile, seppur richiesto a gran voce.
Lettere, appelli, convegni con i quali ci si interrogava e interrogava i vertici della Regione e dell’Asp 5 di Rc su che tipo di qualità sanitaria ci avrebbero riservato nella Piana, da ultimo lo scorso mese di giugno 2011, al quale fu presente solo l’On. Mario Tassone.
Ulteriori richieste d’incontri avanzate al responsabile dell’A.S.P. 5 di Reggio Calabria, non hanno avuto riscontro.
Al riguardo emblematico poi il titolo di uno degli articoli di stampa usciti da ultimo con riferimento al tipo di offerta sanitaria a Gioia Tauro, appunto: “ LA SANITA’ RESPIRA AMIANTO”, che ha messo anudo lo spreco di denaro pubblico per mantenere in affitto dei locali privati per il poliambulatorio in un edificio, al limite dell’idoneità, circondato da amianto che continua a far rischiare, ormai da anni, i cittadini che in quel luogo vanno per curarsi o che vi operano.
Il tutto quando la stessa Asp 5 ha all’interno dell’Ospedale un intero edificio di ben due piani inutilizzato che con una modica spesa, già preventivata, sarebbe più che idoneo ma avrebbe il difetto che non farebbe spendere più soldi di affitto all’Asp 5.
Queste assurdità, alle quali una amministrazione regionale attenta, avrebbe dovuto provvedere istantaneamente alla risoluzione del problema, dopo la segnalazione avvenuta da quasi un anno, la dicono lunga sull’interesse e la sensibilità perla tutela della salute pubblica.
Eppure, questi amministratori li ha scelti anche, e soprattutto, questo territorio.
Vorrei concludere, che se qualcuno degli utilizzatori del Poliambulatorio di Via Venezia, cittadini in primo luogo ed il personale che medico e paramedico dopo, dovesse ammalarsi di ASBESTOSI o addirittura dovesse contrarre un MESOTELIOMA, di ciò dovrà essere penalmente indicata l’A.S.P. 5 di Reggio Calabria, mentre si temporeggia colposamente,come si diceva, a ristrutturare con poca spesa l’immobile di proprietà dello stesso ente sanitario chiuso e abbandonato, sua naturale ubicazione fino al 2006.
Uguale discorso, anche sotto il profilo penale, andrebbe fatto, se in uno spostamento d’urgenza si dovessero perdere minuti preziosi per salvare una vita vista la collocazione dei raparti in Ospedali completamente periferici rispetto al centro della Piana che rimane sempre Gioia Tauro.
L’amministrazione comunale di Gioia Tauro, in primis il nostro Sindaco, ma anche la popolazione tutta si oppone a questo modo di operare e dice fermatevi e discutiamone.
Credo si sia ancora in tempo per un confronto costruttivo tra le parti per la garanzia della salute, bene primario di ognuno.
Dott. Vincenzo Francella incaricato con delega alla Sanità per il Comune di Gioia Tauro
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