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Doveva essere un’iniziativa pubblica sul TPL e sul futuro di FDC ed invece si è rivelata chiusa e senza possibilità di interventi da parte dei sindacati non confederali. Un film già visto che puntualmente si ripete. Con arroganza i sindacati confederali ci hanno impedito di contribuire al dibattito perché appartenenti ad una sigla sindacale diversa da quelle che avevano organizzato il convegno. Una banale scusa che evidenzia l’insicurezza di questi sindacati sia nei contenuti che nelle azioni. Un’azione grave che stigmatizziamo perché figlia di un totalitarismo inattuale e di basso livello, che calpesta la partecipazione democratica in un paese civile degno di questo nome.
Questo atteggiamento, purtroppo per i lavoratori, rischia di disunire e non unire le forze come si è auspicato, almeno a parole, ma la nostra responsabilità sui problemi reali ci induce come sempre a schierarci con i lavoratori costi quel che costi. Lo stato in cui versa FdC è anche il frutto di una cogestione tra azienda e sindacati confederali che con la concertazione hanno determinato lo stato attuale delle cose e chi, negli anni, si è opposto alle politiche concertative, come in questo caso, è stato visto come il nemico da combattere.
Gli altri problemi di FdC, che sono da attribuirsi alle Istituzioni, hanno un’importanza determinante sul futuro dell’intera azienda e non solo per le linee Taurensi. Durante la seconda conferenza dei servizi delle Ferrovie della Calabria tenutasi il 19 luglio 2010 alla presenza delle autorità preposte , degli organi di stampa e delle forze sociali, venne sottolineato un punto molto importante riguardante i crediti vantati da Ferrovie della Calabria derivanti dall’Accordo di Programma. Gli importi complessivi di integrazione corrispettivi per il periodo 2001-2007 ancora da erogare ammontano a 24.200.121,00 euro. A tale importo vanno aggiunte le integrazioni dei corrispettivi relative agli anni 2008 e 2009 che ammontano a 15.305.651,00 euro. Un credito complessivo nei confronti dell’ente concedente di circa 39.500.000,00 euro.
Se a questo si aggiunge che con la Regione Calabria è ancora aperta la partita relativa al ripiano dei disavanzi per l’esercizio di 33 autolinee regionali effettuato dalla ex Gestione Commissariale Governativa nel periodo 1987-1999 il cui importo è pari a 19.753.904,00 e che aperta con il Ministeri dei Trasporti la partita relativa alla chiusura definitiva dell’attività della ex Gestione Commissariale Governativa al 31/12/2000 attraverso cui dovrebbe essere riconosciuto a FdC l’importo di 12.446.056, stiamo parlando complessivamente di un credito che si aggira a quasi 72 milioni di euro.
Queste cifre sono già rientrate nelle casse di Ferrovie della Calabria? Perché se il deficit di Ferrovie della Calabria certificato dal Ministero, come riferito ieri durante il convegno, è di 62 milioni di euro, a questo punto l’azienda risulterebbe in attivo se i “debitori” avessero già onorato le spettanze su indicate. O tali cifre sono già rientrate e servite a tamponare altre falle?
Noi pensiamo che esistono molti punti oscuri ancora da chiarire soprattutto in relazione alla gestione economico-finanziaria dell’azienda. Da quanto su esposto pare evidente che si voglia far fallire volutamente Ferrovie della Calabria per consentire ad altri di acquisire quote di mercato e opportunità economiche del trasporto pubblico locale calabrese. Una vicenda in cui ,tra l’altro, inspiegabilmente la Regione Calabria si sottrae al confronto mancando ad appuntamenti importanti come quello di ieri. Noi siamo al fianco dei lavoratori e dei cittadini e crediamo e lottiamo per la democrazia, la tutela dei diritti e dei servizi.
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